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Delitto Garlasco: la Procura di Brescia indaga su trattativa illecita, indagati ex procuratore e padre di Sempio

Il delitto di Garlasco, uno dei casi giudiziari più discussi e complessi della cronaca italiana, torna ad alimentare interrogativi, aprendo a nuove linee investigative a distanza di anni dall'evento principale. La Procura di Brescia ha riacceso l'attenzione su aspetti finora trascurati, concentrandosi su una serie di "chiamate anomale" risalenti alla fine di gennaio 2017. Questi contatti, frenetici e di natura ancora da chiarire, non solo riaccendono i dubbi sulla posizione di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima Chiara Poggi, ma chiamano direttamente in causa figure istituzionali di rilievo all'epoca dei fatti. Tra queste, l'allora procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, e Giuseppe Sempio, padre di Andrea. L'inchiesta bresciana intende accertare se dietro questi scambi si celasse una trattativa illecita per influenzare l'esito di delicate procedure giudiziarie, culminata nell'archiviazione della posizione di Sempio.

L'Inchiesta della Procura di Brescia

L'inchiesta, condotta dalla Procura di Brescia, si focalizza sulla condotta di alcune figure chiave in un momento particolarmente delicato della vicenda Garlasco, con particolare riguardo alla posizione di Andrea Sempio. La necessità di approfondire questi nuovi elementi è emersa dall'esame di tabulati telefonici e altre evidenze che suggeriscono interazioni insolitamente intense e dirette tra gli odierni indagati e gli investigatori dell'epoca. I soggetti principali al centro di questa indagine sono, come anticipato, Andrea Sempio, che all'epoca era sotto osservazione per la sua possibile connessione al delitto, Mario Venditti, allora procuratore aggiunto a Pavia, e Giuseppe Sempio, padre di Andrea. Si aggiunge il carabiniere Silvio Sapone, figura che avrebbe avuto un ruolo attivo negli scambi comunicativi sotto la lente dei magistrati. L'inchiesta si propone di determinare se queste interazioni abbiano trasceso i confini delle normali procedure investigative, potenzialmente influenzando l'esito delle indagini su Sempio.

Le 48 Ore di Contatti Telefonici Sotto la Lente

Il fulcro dell'inchiesta bresciana risiede in un periodo specifico di 48 ore, tra il 21 e il 22 gennaio 2017, durante il quale si è registrata una fitta e apparentemente coordinata rete di comunicazioni (telefonate, SMS e tentativi di contatto). Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l'inchiesta si concentra sulla natura di questi scambi avvenuti tra Andrea Sempio, i suoi legali (gli avvocati Soldani e Lovati) e il carabiniere Silvio Sapone. I magistrati hanno definito tali scambi "chiamate anomale" per intensità, tempistica e per i soggetti coinvolti, ipotizzando una trattativa illecita informale. Tale "trattativa", secondo l'ipotesi investigativa, non sarebbe mai stata ufficialmente ammessa dalle parti, ma le sue tracce digitali lascerebbero presupporre un coordinamento mirato a un obiettivo specifico. La peculiarità di questi contatti risiede anche nel fatto che si sarebbero verificati in un momento processuale in cui non vi fossero ragioni procedurali stringenti per un dialogo così diretto e insistente tra un indagato per omicidio e membri delle forze dell'ordine e della Procura.

I Soggetti Coinvolti e i Sospetti

L'inchiesta della Procura di Brescia, focalizzandosi su questi episodi comunicativi, ha inevitabilmente esteso il perimetro dei soggetti coinvolti oltre il principale indagato dell'epoca, Andrea Sempio, includendo figure di responsabilità giudiziaria e stretti congiunti. Le accuse, ancora in fase di accertamento, delineano un quadro preoccupante di possibili interferenze e azioni illecite volte a manipolare il corso della giustizia.

L'Ex Procuratore e il Padre di Sempio Sotto Indagine

Tra i soggetti di maggiore rilevanza indagati figurano Mario Venditti, all'epoca procuratore aggiunto di Pavia, e Giuseppe Sempio, padre di Andrea Sempio. L'inserimento di Venditti nell'elenco degli indagati solleva questioni di particolare gravità, data la sua precedente posizione di garanzia e il ruolo di vertice all'interno dell'ufficio requirente. L'indagine mira a capire il suo grado di coinvolgimento, diretto o indiretto, nella presunta trattativa illecita e se le sue azioni o omissioni abbiano facilitato o legittimato comportamenti al di fuori delle procedure ordinarie. La sua passata intenzione, più volte espressa negli ambienti giudiziari, di procedere all'arresto di Andrea Sempio, contrasta nettamente con la successiva e rapida archiviazione della posizione del giovane e con le attuali accuse di presunta condotta non ortodossa. Giuseppe Sempio, in qualità di padre di Andrea, sarebbe stato, secondo gli inquirenti, uno degli attori principali nella gestione di questa presunta "trattativa", fungendo da tramite o promotore per garantire l'esito desiderato per il figlio.

L'Ipotesi della "Trattativa" e Dazione di Denaro

L'ipotesi più grave al vaglio della Procura di Brescia è quella di una trattativa illecita che avrebbe previsto una presunta dazione di denaro in cambio di una rapida archiviazione della posizione di Andrea Sempio. Secondo le informazioni finora emerse, questa dazione si aggirerebbe tra i 20 e i 30 mila euro. Tale cifra sarebbe stata offerta o pattuita per influenzare l'iter giudiziario, garantendo a Andrea Sempio una rapida uscita dall'indagine per omicidio. La criticità di questa accusa risiede nel fatto che la presunta "trattativa" e la conseguente archiviazione si sarebbero verificate in un periodo in cui, formalmente, non vi erano ragioni procedurali che giustificassero un dialogo così diretto e informale tra investigatori e un indagato per omicidio. In un sistema giudiziario basato su principi di trasparenza e legalità, un'azione di questo tipo, se confermata, rappresenterebbe una grave violazione delle norme e un'alterazione della corretta amministrazione della giustizia, configurando reati come la corruzione in atti giudiziari e altri delitti contro la pubblica amministrazione.

La Sequenza Cronologica degli Eventi

I dettagli cruciali dell'inchiesta della Procura di Brescia emergono dall'analisi meticolosa dei tabulati telefonici e dei registri di comunicazione. Questi dati hanno permesso di ricostruire una sequenza temporale precisa degli eventi che hanno portato alla riapertura del caso e al sorgere di gravi sospetti. La concentrazione di attività comunicative in un arco temporale così ristretto, tra il sabato e la domenica di fine gennaio 2017, costituisce un elemento chiave per gli investigatori.

Il Sabato delle Chiamate a Vuoto (21 Gennaio 2017)

Il sabato 21 gennaio 2017 è descritto dagli inquirenti come l'inizio di una serie di tentativi di contatto inizialmente senza successo. Secondo quanto documentato dai tabulati telefonici, numerosi tentativi di contatto sono partiti dal telefono fisso in uso alla Procura di Pavia e dal cellulare in uso al carabiniere Silvio Sapone, tutti diretti verso il telefono di Andrea Sempio. Curiosamente, la maggior parte di queste comunicazioni rimase senza risposta da parte di Sempio. L'unica eccezione a questa dinamica di "chiamate anomale" fu un contatto dal cellulare di uno dei legali di Andrea Sempio, che rispose o avviò una comunicazione. Questa fase iniziale suggerisce un'urgenza da parte degli investigatori e della Procura di stabilire un contatto diretto con Sempio, un'urgenza che, agli occhi dei magistrati bresciani, appare inspiegabile e fuori dall'ordinario data la fase dell'inchiesta.

La Domenica delle Conversazioni Incrociate (22 Gennaio 2017)

La domenica successiva, 22 gennaio 2017, la dinamica delle comunicazioni mutò significativamente, registrando un'intensificazione dei dialoghi e un maggiore successo nei contatti. In questo giorno, Andrea Sempio conversò più volte con i suoi avvocati, segno di un confronto e di una concertazione in atto. Il punto saliente della domenica, tuttavia, fu una telefonata significativa tra Andrea Sempio e il carabiniere Silvio Sapone. Questa conversazione, la cui durata superò i cinque minuti, è di particolare interesse per gli inquirenti. Poco dopo, si registrò un altro contatto tra i due e l'invio di un SMS da parte di Sapone a Sempio. L'analisi di queste comunicazioni, la loro frequenza e natura, suggerisce ai magistrati l'instaurarsi di un dialogo diretto e forse non ortodosso tra un indagato per omicidio e un rappresentante delle forze dell'ordine, proprio in un periodo cruciale che avrebbe preceduto l'archiviazione della posizione di Sempio.

Le Reazioni e il Contesto Giudiziario

Le nuove indagini e i dettagli emersi sui contatti telefonici del 2017 si confrontano con le reazioni dei soggetti coinvolti e si inseriscono in un quadro giudiziario del delitto di Garlasco già estremamente complesso e stratificato. La memoria dei protagonisti e la storia pregressa del caso sono elementi chiave per comprendere la portata di questi nuovi sviluppi.

L'Assenza di Memoria dei Coinvolti

Quando interrogati dai magistrati della Procura di Brescia in merito a quei contatti telefonici del gennaio 2017, il carabiniere Silvio Sapone e gli avvocati Soldani e Lovati, legali coinvolti, hanno fornito una giustificazione che non ha convinto gli inquirenti. Tutti e tre hanno dichiarato di non ricordare il motivo specifico di quei contatti e delle relative conversazioni. Questa uniformità di risposta, in un contesto così delicato e a fronte di un'evidenza documentata come quella dei tabulati telefonici, ha sollevato forti perplessità tra i pubblici ministeri. Per i PM, una tale assenza di memoria non è sufficiente a dissolvere i sospetti e, anzi, potrebbe essere interpretata come un tentativo di eludere le domande o di nascondere la reale natura di quelle comunicazioni. In un'inchiesta così seria, che lambisce possibili reati contro l'amministrazione della giustizia, la mancanza di memoria su eventi così ravvicinati e significativi assume una valenza probatoria e indiziaria particolarmente rilevante.

Il Quadro Complessivo e le Precedenti Vicende

Questi nuovi dettagli si inseriscono in un contesto giudiziario già estremamente complesso e tortuoso, segnato da colpi di scena e lunghe battaglie legali. La vicenda del delitto di Garlasco, che ha visto la condanna definitiva di Alberto Stasi per l'omicidio di Chiara Poggi, è stata caratterizzata anche da una fase in cui la posizione di Andrea Sempio fu attentamente vagliata. Tra gli elementi che avevano destato forti sospetti su Sempio vi furono, in particolare, le perizie su tracce di DNA compatibili con il suo ritrovate sulle unghie di Chiara Poggi. Questo elemento, unito alla volontà dell'allora procuratore Mario Venditti di procedere con l'arresto del giovane prima di una successiva e rapida archiviazione della sua posizione, crea un quadro di forti contraddizioni. La brusca inversione di rotta rispetto all'iniziale intenzione di arresto, culminata in un'archiviazione lampo, è proprio uno degli aspetti che l'inchiesta di Brescia intende chiarire, cercando di capire se sia stata influenzata da dinamiche illecite. L'esito di questa inchiesta potrebbe non solo portare a nuove contestazioni per le figure coinvolte, ma anche gettare un'ulteriore ombra sulla regolarità di alcune fasi precedenti di uno dei casi più controversi della storia giudiziaria italiana, mettendo in discussione la trasparenza e l'imparzialità di determinate procedure.

Di Leonardo

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