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Beirut: Imponente partecipazione ai funerali del comandante Hezbollah ucciso in un raid israeliano

Beirut, migliaia ai funerali del comandante di Hezbollah ucciso in raid israeliano
Beirut, nei giorni scorsi. Migliaia di persone hanno invaso le strade della capitale libanese per partecipare ai solenni funerali di Haytham Tabtabai, un eminente comandante militare di Hezbollah. La sua scomparsa, avvenuta in seguito a un raid aereo israeliano nel sud della città, ha generato un'ondata di cordoglio e indignazione tra i sostenitori del movimento, culminata in una dimostrazione di forza e unità durante le esequie. L'evento si inserisce in un quadro di continue tensioni regionali, ponendo l'accento sulla persistente escalation del conflitto tra Israele e Hezbollah.

I funerali del comandante di Hezbollah a Beirut

La giornata ha visto la città di Beirut paralizzata da una massiccia mobilitazione popolare, concentrata principalmente nei quartieri a maggioranza sciita, cuore del sostegno a Hezbollah. Il corteo funebre per Haytham Tabtabai ha rappresentato non solo un addio a un leader militare, ma anche una chiara dichiarazione politica e sociale. La partecipazione è stata trasversale, includendo non solo militanti e figure di spicco del movimento, ma anche numerosi cittadini comuni, famiglie, anziani e giovani, tutti uniti nel dolore e nella solidarietà.
Il feretro di Tabtabai, avvolto nella distintiva bandiera gialla di Hezbollah - simbolo di resistenza e sacrificio -, è stato trasportato a spalla attraverso una folla oceanica. Il percorso, che si è snodato lungo alcune delle principali arterie della città, è stato costellato da manifestazioni di lutto e di sfida. I partecipanti hanno scandito all'unisono slogan che celebravano il martirio e la resistenza, con cori che invocavano la vendetta e ribadivano l'impegno del movimento nella lotta contro Israele. Tra i simboli più visibili, oltre alla bandiera di Hezbollah, spiccavano ritratti di Tabtabai, di altri "martiri" del gruppo e figure religiose e politiche venerate all'interno della comunità sciita. L'atmosfera era intrisa di un profondo cordoglio, ma anche di una palpabile determinazione, trasformando il rito funebre in un'espressione collettiva di resilienza.

Imponente partecipazione popolare

L'imponenza dell'affluenza ai funerali di Haytham Tabtabai ha superato le aspettative, con stime che parlano di decine di migliaia di persone presenti. Tale partecipazione ha evidenziato non solo il radicamento di Hezbollah nella società libanese, in particolare tra la popolazione sciita, ma anche il significato attribuito alla figura del comandante scomparso. La cerimonia è stata attentamente coreografata, con un'organizzazione impeccabile che ha permesso lo svolgimento del corteo in un'atmosfera tesa ma controllata. Lungo il percorso, agenti di sicurezza di Hezbollah in uniforme hanno mantenuto l'ordine, facilitando il passaggio del feretro e la gestione della folla.
La presenza di alti funzionari del movimento, tra cui membri del Consiglio della Shura (il più alto organo decisionale del gruppo), religiosi sciiti di spicco e rappresentanti di partiti politici alleati, ha ulteriormente sottolineato la rilevanza dell'evento. I discorsi pronunciati durante le varie tappe del corteo hanno celebrato il coraggio e la dedizione di Tabtabai, presentandolo come un eroe caduto per la causa. Queste orazioni hanno anche ribadito il messaggio centrale di Hezbollah: la resistenza armata è l'unica via per difendere il Libano dalle minacce esterne, in particolare da Israele. La mobilitazione è culminata nel cimitero, dove la sepoltura è avvenuta secondo i riti sciiti, tra preghiere e commozione. L'evento ha chiaramente trasmesso un messaggio di unità e sfida, rafforzando la narrazione del gruppo come difensore del popolo libanese contro l'aggressione straniera e ha ribadito la capacità di Hezbollah di mobilitare ampie fasce della popolazione, anche in momenti di forte tensione. La risonanza di questo funerale all'interno della comunità sciita e oltre ha quindi un significato profondo, rafforzando il capitale politico e sociale del movimento.

Contesto del decesso

L'uccisione di Haytham Tabtabai non è un evento isolato, ma si inserisce in un modello consolidato di attacchi mirati condotti da Israele contro figure chiave di Hezbollah e altri gruppi alleati in Libano e Siria. La sua morte, avvenuta nel sud della capitale libanese, una roccaforte di Hezbollah, rappresenta un'ulteriore escalation nella "guerra nell'ombra" che da anni contrappone Israele al movimento sciita libanese, sostenuto dall'Iran. Tabtabai, pur non essendo tra le figure più pubblicamente esposte, era considerato un comandante militare di comprovata esperienza all'interno della gerarchia di Hezbollah. Si ritiene che avesse ricoperto ruoli significativi nella pianificazione e nell'esecuzione di operazioni militari, sia sul fronte libanese sia, potenzialmente, in Siria, dove Hezbollah ha una presenza consistente a supporto del regime di Bashar al-Assad. La sua posizione lo rendeva un bersaglio di alto valore per i servizi di intelligence israeliani, che monitorano costantemente i movimenti e le attività dei leader del gruppo.
Il raid aereo israeliano che ha causato la morte di Tabtabai è avvenuto nel pomeriggio dei giorni scorsi. Secondo le prime ricostruzioni, un drone o un velivolo da combattimento israeliano avrebbe lanciato un missile di precisione contro un veicolo o un edificio, non lontano da un'area residenziale densamente popolata. L'attacco è stato chirurgico, tipico delle operazioni israeliane volte a minimizzare i danni collaterali pur centrando l'obiettivo designato. Le autorità israeliane, come di consueto in questi casi, non hanno rilasciato una dichiarazione ufficiale immediata di rivendicazione, mantenendo una politica di ambiguità strategica. Tuttavia, fonti anonime israeliane, spesso citate dai media internazionali, hanno implicitamente confermato l'operazione, suggerendo che l'obiettivo fosse un "terrorista di alto profilo" coinvolto in attività ostili contro Israele. Hezbollah, dal canto suo, ha condannato fermamente l'attacco, definendolo un "atto di aggressione sionista" e giurando che non rimarrà impunito, sebbene la natura di una potenziale ritorsione non sia stata immediatamente specificata.

Le vittime del raid aereo israeliano

Il raid che ha ucciso Haytham Tabtabai ha purtroppo causato la morte di almeno altri due combattenti di Hezbollah. I loro nomi, anche se meno noti al grande pubblico rispetto a quello di Tabtabai, sono stati solennemente commemorati durante le esequie, sottolineando la loro importanza per il movimento. Sono stati identificati come Abbas Kanso e Ali Raad, entrambi descritti come membri attivi delle unità militari di Hezbollah. Le loro bare sono state portate accanto a quella di Tabtabai, ricevendo lo stesso trattamento onorario e la stessa celebrazione del martirio. La loro perdita, unita a quella del comandante, ha rafforzato il senso di lutto e la retorica anti-israeliana tra i sostenitori del gruppo.
Questi decessi si inseriscono in un contesto più ampio di scontri transfrontalieri e attacchi mirati che hanno caratterizzato la relazione tra Israele e Hezbollah negli ultimi anni. Le tensioni sono acuite dalla presenza di Hezbollah in Siria, dove il gruppo è intervenuto a fianco delle forze governative, creando un corridoio di influenza iraniana che Israele percepisce come una minaccia diretta alla propria sicurezza. Israele ha condotto centinaia di attacchi aerei in Siria, e occasionalmente anche in Libano, contro obiettivi che ritiene legati a trasferimenti di armi avanzate a Hezbollah o allo sviluppo di capacità militari che potrebbero minacciare il suo territorio. L'uccisione di figure come Tabtabai è un chiaro segnale della determinazione israeliana a colpire le capacità operative di Hezbollah e a interrompere la sua catena di comando.
La massiccia mobilitazione popolare per l'ultimo saluto a Tabtabai, Kanso e Raad sottolinea la profonda risonanza di questi eventi all'interno della comunità sciita libanese e del movimento stesso. Questi funerali non sono semplici riti di passaggio, ma diventano potenti strumenti di propaganda, di coesione sociale e di affermazione politica, rafforzando il legame tra la popolazione e Hezbollah e perpetuando la narrativa di resistenza e sacrificio. L'incidente ha riacceso il dibattito sulla stabilità regionale e sul rischio di un'ulteriore escalation, con analisti che avvertono delle potenziali ripercussioni se il ciclo di attacchi e ritorsioni dovesse intensificarsi. La comunità internazionale, sebbene spesso divisa, osserva con preoccupazione questi sviluppi, consapevole del potenziale destabilizzante di un conflitto su vasta scala in una regione già così volatile.

Di Leonardo

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