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Una barriera di muco protegge il cervello dall'invecchiamento?

Un recente studio sui topi, pubblicato su Nature, ha rivelato il ruolo di una barriera mucosa che riveste i vasi sanguigni del cervello. Questa barriera sembra essere fondamentale per proteggere il cervello dagli effetti negativi dell'invecchiamento. Con l'età, questa protezione si deteriora, permettendo il passaggio di molecole dannose e scatenando risposte infiammatorie. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che attraverso una terapia genica, è possibile ripristinare questa barriera, ridurre l'infiammazione e migliorare la memoria e l'apprendimento nei topi anziani.

Il ruolo dei mucini

La scoperta si concentra sui mucini, grandi proteine che conferiscono al muco la sua consistenza scivolosa e che rivestono l'interno dei vasi sanguigni in tutto il corpo. Secondo Carolyn Bertozzi, chimica vincitrice del Premio Nobel e autrice principale dello studio, i mucini sono molecole cruciali ma finora poco studiate. Grazie ai progressi della ricerca, ora si può analizzare il loro contributo alla barriera ematoencefalica, il sistema che controlla quali molecole possono entrare nel cervello dal sangue.

Il declino della barriera con l'invecchiamento

La ricercatrice Sophia Shi ha analizzato un particolare strato di mucini chiamato glicocalice, che riveste i vasi sanguigni cerebrali. Nei topi giovani, questo strato appare spesso e uniforme, mentre nei topi anziani diventa sottile e discontinuo. Il team di ricerca ha osservato una riduzione dei mucini specifici negli animali più vecchi, correlata a una minore attività degli enzimi responsabili della loro produzione. Di conseguenza, la barriera ematoencefalica diventa più permeabile, consentendo il passaggio di molecole dannose e contribuendo all'infiammazione cerebrale.

Ripristinare la barriera per migliorare la memoria

La parte più innovativa dello studio ha dimostrato che aumentando l'attività di questi enzimi nei topi anziani, la permeabilità della barriera cerebrale si riduce e le loro prestazioni nei test di memoria e apprendimento migliorano. Normalmente, i topi anziani faticano a risolvere labirinti o a ricordare percorsi, ma dopo il trattamento la loro capacità cognitiva risultava simile a quella dei topi giovani.

Nuove prospettive nella ricerca

Questo studio potrebbe rivoluzionare il modo in cui affrontiamo le malattie neurodegenerative legate all'età, come l'Alzheimer. Secondo la neurobiologa Michelle Erickson, questa scoperta apre nuove strade nella ricerca sulla barriera ematoencefalica. Inoltre, il medico giapponese Hideshi Okada suggerisce che il glicocalice potrebbe avere un ruolo simile in altri organi, come i reni, che subiscono un deterioramento con l'età.

Le funzioni nascoste dei mucini

Uno degli interrogativi più interessanti che emergono dallo studio riguarda la funzione specifica dei mucini. Oltre a formare una barriera fisica, potrebbero avere un ruolo attivo nel selezionare quali sostanze possono attraversare i vasi sanguigni cerebrali. Bertozzi ipotizza che potrebbero funzionare come un filtro dinamico, trasportando alcune molecole e bloccandone altre. Questa scoperta potrebbe avere implicazioni anche per lo sviluppo di farmaci, facilitando l'accesso dei medicinali al cervello senza compromettere la sua protezione naturale.

Conclusione

La scoperta di questa barriera mucosa rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione del processo di invecchiamento cerebrale e delle possibili strategie per contrastarlo. Se ulteriori ricerche confermeranno questi risultati, potremmo assistere allo sviluppo di nuove terapie geniche capaci di rallentare il declino cognitivo e prevenire malattie neurodegenerative. Il cervello potrebbe avere un nuovo alleato nella lotta contro l'invecchiamento, nascosto in quella che fino ad oggi era considerata una semplice sostanza viscosa.
FONTE

Di Gaetano

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