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Le scrivanie in piedi all’università: tra salute, attenzione e apprendimento

Negli ultimi anni si è diffusa la consapevolezza che uno stile di vita troppo sedentario possa influenzare negativamente la salute fisica e mentale. In questo contesto, un'attenzione crescente è stata rivolta al ruolo delle scrivanie in piedi, note anche come standing desks, nell'ambiente universitario. La fase universitaria rappresenta infatti un periodo cruciale, in cui si formano abitudini destinate a durare per tutta la vita. I giovani adulti, pur essendo potenzialmente attivi, trascorrono molte ore seduti per seguire le lezioni, studiare o utilizzare il computer, accumulando una quantità di tempo sedentario che supera le sette ore al giorno.
È in questo scenario che interviene la proposta delle postazioni regolabili in altezza, pensate per alternare la posizione seduta con quella eretta durante le ore di lezione. L'obiettivo è non solo quello di ridurre la sedentarietà, ma anche di valutare eventuali benefici su altri aspetti, come il benessere psicologico, la concentrazione, le prestazioni accademiche e la percezione soggettiva degli studenti stessi.

L'obiettivo dello studio

Questa rassegna ha voluto mappare le evidenze esistenti sull'uso delle scrivanie in piedi nelle aule universitarie. Si è cercato di comprendere se queste postazioni siano efficaci nel migliorare i modelli di movimento, nell'apportare vantaggi alla salute mentale e fisica, e se possano influenzare in modo significativo anche il rendimento accademico. Un altro aspetto fondamentale è stato valutare il grado di accettazione di questi strumenti, sia da parte degli studenti sia dei docenti.

I risultati principali

I risultati emersi dai diciassette studi esaminati, che hanno coinvolto quasi tremila studenti universitari e oltre centocinquanta docenti, mostrano un quadro ancora in fase di sviluppo, ma con indicazioni promettenti.
In primo luogo, è stato osservato che l'introduzione delle scrivanie in piedi modifica i modelli posturali in aula. In diversi studi gli studenti hanno effettivamente ridotto il tempo passato seduti, aumentando quello trascorso in piedi. Questo cambiamento ha portato, in alcuni casi, a un incremento dell'attività fisica leggera e a una maggiore attenzione alla propria postura. Si tratta di un miglioramento che, anche se modesto dal punto di vista energetico, può contribuire in modo rilevante alla salute metabolica e muscolo-scheletrica sul lungo periodo.
Per quanto riguarda la salute mentale, alcuni studi hanno evidenziato una riduzione dello stress e dell'ansia, nonché un miglioramento del tono dell'umore e una maggiore sensazione di benessere psicologico generale. Tuttavia, i dati non sono ancora sufficienti per stabilire una correlazione causale netta, poiché in altri casi i risultati sono stati più ambigui o privi di significatività statistica.
Anche il legame tra uso delle scrivanie in piedi e rendimento accademico è stato esplorato. Alcuni lavori suggeriscono che gli studenti che hanno utilizzato queste postazioni abbiano riportato una maggiore attenzione e una maggiore partecipazione alle lezioni, senza peraltro evidenziare cali nelle performance cognitive o nella memoria. In altri casi, non sono emerse differenze sostanziali tra i gruppi di controllo e quelli sperimentali, lasciando aperto il dibattito sull'effettiva efficacia sul piano dell'apprendimento.
Un dato interessante riguarda la percezione soggettiva. Gli studenti, nella maggior parte degli studi, hanno espresso gradimento verso l'introduzione delle scrivanie in piedi. Molti hanno dichiarato di sentirsi più vigili, meno affaticati e più coinvolti nelle attività didattiche. Allo stesso tempo, alcuni hanno riportato sensazioni di stanchezza muscolare, dolore o disagio posturale, specie nelle fasi iniziali di utilizzo o quando le sessioni in piedi erano troppo lunghe. Anche i docenti, sebbene meno coinvolti nella sperimentazione, hanno in genere mostrato interesse e disponibilità all'utilizzo di queste postazioni.

Considerazioni conclusive

La revisione dei dati mostra che l'introduzione delle scrivanie in piedi nel contesto universitario è tecnicamente fattibile, ben accolta e potenzialmente utile sotto diversi aspetti. Le ricadute più immediate riguardano la riduzione della sedentarietà e una migliore percezione soggettiva del benessere, ma non mancano indicazioni di possibili effetti positivi sulla salute mentale e sul coinvolgimento accademico.
Tuttavia, le evidenze attuali sono ancora limitate, con pochi studi di alta qualità, durata breve delle sperimentazioni e campioni a volte ristretti. Per trarre conclusioni più solide, sarà necessario condurre studi di lunga durata, con disegni sperimentali più robusti e con una maggiore attenzione agli effetti collaterali, alle differenze individuali e alla sostenibilità economica di un'implementazione su larga scala.
In prospettiva, le scrivanie in piedi potrebbero diventare uno degli strumenti attraverso cui promuovere una nuova cultura del benessere attivo anche tra gli adulti giovani, in un periodo della vita in cui si costruiscono abitudini destinate a influenzare salute e produttività per molti anni.
FONTE

Di Gaetano

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