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Santa Maria a Monte (Pisa), attacco con acido negli scarpini: sei giovani calciatori feriti

Domenica 30 novembre 2025, una giornata che avrebbe dovuto essere dedicata all'allenamento e allo spirito sportivo, si è trasformata in un grave fatto di cronaca per la comunità di Santa Maria a Monte (Pisa). L'Asd Santa Maria a Monte, punto di riferimento sportivo per numerosi giovani del territorio, è stata teatro di un'aggressione inaudita che ha coinvolto direttamente i suoi atleti più giovani. Un normale allenamento si è interrotto bruscamente quando diversi ragazzi hanno iniziato ad avvertire un forte bruciore ai piedi, culminato nella scoperta di una sostanza chimica corrosiva all'interno dei loro scarpini. L'accaduto non solo ha causato lesioni fisiche ai giovani sportivi, ma ha anche riacceso la preoccupazione in merito alla sicurezza all'interno degli impianti locali, già segnati da precedenti atti vandalici.

Incidente durante l'allenamento a Santa Maria a Monte

L'atmosfera di un tipico pomeriggio sportivo è stata bruscamente interrotta per i giovani calciatori dell'Asd Santa Maria a Monte. L'episodio si è verificato presso il campo sportivo locale, una struttura solitamente considerata sicura per l'attività giovanile. I ragazzi, riunitisi per la consueta sessione di allenamento, si sono preparati a scendere in campo, ignari del pericolo imminente.

La scoperta della sostanza urticante negli scarpini

Un gesto di routine, l'indossare gli scarpini prima di ogni allenamento, si è trasformato in un'esperienza traumatica: alcuni ragazzi hanno avvertito un'immediata e acuta sensazione di bruciore ai piedi. Il disagio è rapidamente degenerato in dolore insopportabile, costringendoli a togliersi le calzature e a manifestare il loro malessere ai membri dello staff tecnico presenti. La situazione è precipitata quando, durante una rapida ispezione, è stata fatta una scoperta inquietante: una sostanza liquida era stata versata all'interno di diversi scarpini. Alcuni giocatori hanno testimoniato che le "scarpe facevano schiuma", segnale inequivocabile della natura aggressiva del liquido.
Il sospetto si è subito concentrato su un acido o una sostanza chimica altamente urticante e corrosiva. Gli scarpini erano stati lasciati negli spogliatoi prima dell'inizio della seduta di allenamento, un luogo che, sebbene normalmente presidiato, è evidentemente stato oggetto di un'infiltrazione. L'azione appare chiaramente deliberata e mirata, volta a causare danni o spavento, evidenziando una grave falla nei sistemi di sicurezza o una sorprendente audacia da parte dei responsabili. L'intero allenamento è stato immediatamente sospeso, e l'attenzione si è focalizzata sulla gestione dell'emergenza e sull'assistenza ai giovani colpiti.

Le conseguenze per i giovani calciatori

L'impatto della sostanza chimica è stato immediato e visibile, trasformando un innocuo momento di sport in un'esperienza traumatica e dolorosa per i ragazzi. Le gravi lesioni fisiche e il potenziale trauma psicologico hanno richiesto un intervento rapido e l'attivazione delle autorità competenti.

Sei atleti al pronto soccorso: diagnosi e prognosi

La gravità delle lesioni ha reso necessario il trasporto d'urgenza di sei atleti al pronto soccorso. I giovani calciatori feriti, i più colpiti dall'esposizione alla sostanza, sono stati prontamente trasportati all'ospedale Lotti di Pontedera. Qui, i medici hanno diagnosticato lesioni cutanee, principalmente ustioni ai piedi di vario grado e la formazione di bolle evidenti. La natura precisa della sostanza è ora oggetto di analisi per comprenderne la composizione chimica e i potenziali effetti a lungo termine.
La prognosi per i giovani atleti varia tra i 5 e i 10 giorni, a seconda della gravità delle ustioni e della reazione individuale. Questo significa che, oltre al dolore immediato, i ragazzi dovranno affrontare un periodo di convalescenza, durante il quale sarà preclusa la pratica sportiva e persino limitate le normali attività quotidiane. Al di là delle ferite fisiche, l'episodio ha generato shock e paura tra i giovani calciatori e le loro famiglie, minando il loro senso di sicurezza e serenità nell'ambiente sportivo. Il trauma psicologico potrebbe richiedere un supporto specifico per superare l'accaduto.

L'intervento dei Carabinieri e le denunce presentate

Data la gravità dell'accaduto, le autorità sono state immediatamente allertate. I Carabinieri della stazione locale e del nucleo investigativo sono intervenuti per avviare le indagini dei Carabinieri. Il primo passo è stato il sequestro delle scarpette contaminate, inviate ai laboratori scientifici per un'analisi approfondita della sostanza. L'obiettivo è identificare con precisione il tipo di acido o agente chimico utilizzato, elemento cruciale per comprenderne la pericolosità e risalire agli autori dell'atto.
Nel frattempo, diverse famiglie hanno già presentato denuncia formale. Questo passaggio è fondamentale non solo per avviare un procedimento legale contro ignoti, ma anche per ribadire la ferma volontà di ottenere giustizia e fare piena luce sull'accaduto. Le indagini sono in corso e mirano a raccogliere ogni elemento utile, dalle testimonianze dei ragazzi e dello staff tecnico, alla verifica di eventuali telecamere di sorveglianza presenti nella zona del campo sportivo. L'ipotesi di reato potrebbe variare da lesioni personali aggravate a danneggiamento, a seconda della volontà e della finalità specifica dell'atto. La comunità e le famiglie attendono risposte chiare e l'individuazione dei responsabili per un gesto tanto vile quanto pericoloso.

Un contesto di atti vandalici precedenti

L'episodio del 30 novembre, sebbene grave, non è un evento isolato. Per l'Asd Santa Maria a Monte, purtroppo, si inserisce in un contesto di pregressi atti vandalici che hanno già duramente colpito la società sportiva, alimentando un clima di crescente tensione e preoccupazione.

Il grave incendio doloso dei pulmini della società

Soltanto poche settimane prima, nella notte tra il 9 e il 10 novembre, la società sportiva era stata colpita da un devastante atto criminale. Due dei pulmini, essenziali per il trasporto degli atleti, soprattutto i più giovani, erano stati distrutti da un incendio doloso. L'incendio aveva causato danni ingenti e irreparabili ai veicoli, trasformandoli in carcasse carbonizzate. Questo attacco aveva già rappresentato un duro colpo per l'attività dell'Asd Santa Maria a Monte, che si era trovata a fronteggiare non solo una significativa perdita economica, ma anche gravi problematiche logistiche. La mancanza dei pulmini aveva infatti reso più complessi gli spostamenti delle squadre per allenamenti e partite fuori casa, mettendo a rischio la regolare partecipazione alle competizioni e il diritto allo sport dei giovani atleti.
Le indagini su quell'incendio sono ancora in corso e finora non hanno identificato i responsabili. La vicinanza temporale e la natura degli obiettivi (beni della società sportiva e i suoi membri) hanno naturalmente portato gli inquirenti a considerare un collegamento tra i due eventi. Sia l'incendio dei pulmini sia l'aggressione con acido agli scarpini sembrano mirare a destabilizzare e danneggiare l'attività dell'Asd Santa Maria a Monte, una realtà che, come molte associazioni sportive dilettantistiche, si regge sul volontariato e sull'impegno della comunità.

Preoccupazione della comunità per l'escalation di violenza

Questa sequenza di eventi ha generato profonda apprensione e indignazione nella comunità di Santa Maria a Monte e nei comuni limitrofi. L'Asd Santa Maria a Monte è riconosciuta come un punto di riferimento fondamentale per l'aggregazione giovanile e la promozione di valori sani attraverso lo sport. Vedere questa realtà colpita ripetutamente da atti di violenza deliberata ha innescato una crescente preoccupazione. Molti si interrogano sul motivo di tali attacchi e temono un'escalation di violenza che potrebbe minare non solo le attività sportive, ma anche il senso di sicurezza generale del territorio.
Genitori, dirigenti sportivi, amministratori locali e semplici cittadini hanno espresso la loro solidarietà alla società e ai giovani atleti coinvolti, chiedendo con forza un rapido intervento delle forze dell'ordine per identificare e punire i responsabili. L'episodio ha riacceso un dibattito sulla necessità di rafforzare le misure di sicurezza negli impianti sportivi e sulla responsabilità collettiva di proteggere i luoghi dedicati alla crescita e al benessere dei giovani. La comunità si stringe attorno all'Asd Santa Maria a Monte, determinata a non lasciare che questi atti intimidatori abbiano la meglio sullo spirito sportivo e sui valori che essa rappresenta. Le indagini sono quindi non solo cruciali per la giustizia, ma anche per ripristinare la fiducia e la tranquillità in un ambiente che dovrebbe essere sinonimo di sana competizione e divertimento.

Di Leonardo

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