Quando il Cancro Fa il Pieno di Energia Rubando i Mitocondri ai Neuroni
Una recente scoperta scientifica ha rivelato un meccanismo sorprendente con cui le cellule tumorali si potenziano: sottraggono i mitocondri - le "centrali energetiche" della cellula - dalle cellule nervose presenti all'interno del tumore. Questo furto permette loro di affrontare meglio le condizioni estreme che incontrano quando cercano di diffondersi nell'organismo, aprendo nuove domande (e opportunità) sulla lotta alla metastasi.
Che cosa sono i mitocondri e perché sono vitali
I mitocondri sono organelli che producono gran parte dell'energia necessaria alla vita cellulare, trasformando nutrienti in ATP (adenosina trifosfato). Quando queste centrali funzionano a pieno regime, la cellula dispone di più carburante per crescere, muoversi e adattarsi a stress ambientali.
Il furto di mitocondri: un piano ben orchestrato
All'interno di diversi tumori solidi, le cellule cancerose instaurano veri e propri "ponti" con le cellule nervose vicine. Attraverso sottilissimi tubi nanotipici - simili a cannucce microscopiche - le cellule maligne aspirano i mitocondri dalle loro vittime neuronali. Questo scambio unidirezionale rafforza il metabolismo del cancro, lasciando i neuroni impoveriti.
Come avviene il trasferimento
Le cellule tumorali percepiscono la presenza dei neuroni.
Crescono tubicini di pochi nanometri di diametro, abbastanza sottili da passare inosservati.
All'estremità dei tubi, i mitocondri vengono "agganciati" e trascinati nel citoplasma canceroso.
Una volta all'interno, i nuovi mitocondri si integrano nella rete energetica del tumore.
Perché il furto favorisce la metastasi
Per diffondersi, le cellule tumorali affrontano ostacoli severi: passano dal tessuto d'origine al sangue, sopravvivono a pressioni meccaniche, stress ossidativo e attacchi immunitari, quindi si insediano in un nuovo organo. I mitocondri rubati regalano un surplus di energia e capacità antiossidante, aumentando le probabilità di sopravvivenza durante questo viaggio rischioso.
Le prove sperimentali
Topi con tumore aggressivo: disattivando l'attività dei neuroni si è visto crollare il metabolismo delle cellule tumorali, confermando il legame fra nervi e progressione del cancro.
Colture cellulari in laboratorio: osservazioni al microscopio hanno mostrato in diretta i tubi nanotipici e il passaggio dei mitocondri.
Test di resistenza: cellule dotate di mitocondri extra sopravvivono meglio a pressioni fisiche (spinte attraverso un ago) e a sostanze ossidanti.
Analisi di metastasi: nei tumori secondari, soprattutto quelli cerebrali, la quota di cellule con mitocondri rubati è maggiore rispetto al tumore primario.
Implicazioni terapeutiche
1. Bloccare i tubi nanotipici
Sviluppare molecole o anticorpi che impediscano la formazione dei ponti di trasferimento potrebbe ridurre la potenza delle cellule tumorali prima che si diffondano.
2. Proteggere i neuroni nel microambiente tumorale
Interferendo con la comunicazione nervo-tumore si può limitare il rifornimento energetico clandestino.
3. Combinare terapie
Un approccio che associ farmaci antitumorali convenzionali a inibitori del traffico mitocondriale potrebbe colpire sia la crescita del tumore sia la sua capacità di metastatizzare.
Perché è una svolta
Comprendere come il cancro sfrutta il sistema nervoso svela un tassello cruciale della biologia tumorale. Se fino a ieri la ricerca era concentrata sul blocco dei nutrienti classici (zuccheri, grassi, aminoacidi), oggi sappiamo che fermare il traffico di mitocondri potrebbe diventare una nuova arma per ridurre la letalità delle metastasi.
Conclusioni
Il furto di mitocondri dalle cellule nervose offre al cancro un vantaggio competitivo decisivo. Impedire questa forma di «dopaggio cellulare» non solo potrebbe rallentare la progressione del tumore primario, ma soprattutto limitare la formazione di metastasi, responsabili della maggior parte dei decessi oncologici. La sfida ora è trasformare queste conoscenze in terapie concrete, aprendo una nuova frontiera nella lotta contro il cancro.
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