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Mourinho: Burgos minaccia shock, “Ti stacco la testa”

“Io non sono Tito. Io ti stacco la testa”. Queste le parole che German Burgos, vice di Simeone, avrebbe rivolto a Josè Mourinho in occasione del derby di Madrid. Il retroscena è svelato da El Mundo. Il battibecco si sarebbe verificato al 28′, dopo una protesta dei blancos col quarto uomo, con Burgos che indicava la panchina avversaria prima di portarsi il dito all’occhio, un riferimento anche a quanto fatto nell’estate 2011 da Mou con Vilanova, all’epoca vice di Guardiola. Dell’episodio è stato chiesto a Mourinho che ha risposto come al suo solito: “chi è Burgos?”.

Lo “special one” non è nuovo ad episodi del genere, in Spagna le chiamano già “Mourinhate”. José Mourinho campione insuperabile di trucchi e provocazioni, showman e genio ribelle, dopo Premiership e Serie A diventa un personaggio anche nella Liga. La scorsa stagione ha rimediato due giornate di squalifica, facendosi espellere per insulti all’arbitro della partita di Coppa del Re contro il Murcia, poi ha accusato di aver schierato la squadra B contro il Barcellona l’allenatore dello Sporting Gijon, Manolo Preciado, che gli ha risposto per le rime definendolo “una canaglia e un cattivo collega” aggiungendo che “se avesse detto queste cose in Inghilterra sarebbe già in galera”.

Altra mourinhata del tecnico del Real Madrid si è manifestata nella scorsa Champions League ad Amsterdam ordinando a Xabi Alonso e Sergio Ramos di farsi espellere per poter così scontare la giornata di squalifica al prossimo turno di Champions, ininfluente ai fini della qualificazione agli ottavi. Non contento dell’ennesima “bravata” l’ex allenatore dell’Inter della ‘triplete’ ha criticato l’arbitro, lo scozzese Thompson. “E’ vero che la partita con l’Auxerre non conta, ma non mi è piaciuto. L’incontro era già morto e quando si sta sul 3 o 4-0 non è il caso di tirare fuori certi cartellini”. Che Mourinho si ritrovi nella bufera non è la prima volta, anzi tutto il contrario. Si ricordi il gesto simbolo del Mou delle manette ostentate davanti alle telecamere in campo e indirizzate a Tagliavento al Meazza durante un Inter-Sampdoria. Quel gesto gli costò tre giornate di squalifica e 40 mila euro di multa.

In Italia è stato espulso tre volte, due sempre dallo stesso arbitro (Orsato). Tra i deferimenti spicca quello, poi patteggiato con un ammenda di 18 mila euro, dopo un derby , per i dubbi espressi dopo il derby sulla regolarità del campionato. In quella occasione non parlò esplicitamente di “complotto”, ma l’idea era quella. Accusando l’arbitro Rocchi per l’espulsione di Sneijder disse che in campo “é stato fatto il tutto per tutto per non far vincere l’Inter”. L’anno prima Mourinho fu espulso proprio il giorno prima del suo compleanno, guarda caso sempre nella partita del Meazza contro la Samp. Disse qualche parolina di troppo all’arbitro Celi dopo un intervento su Stankovic. Nel dopopartita spiegò che l’arbitro “aveva paura di fischiare per noi”. Poi ci fu l’altra espulsione, la prima da Orsato, sempre a San Siro, questa volta contro la Fiorentina e sempre per proteste. Allora lo fece per difendere il “pupillo” Santon.

Ma in Italia Mourinho si ricorda, a parte alcune ‘perle’ di vocabolario (su tutti “zero tituli” e “prostituzione intellettuale”) – anche per le “tre dita” mostrate ai tifosi del Milan nell’ultima sfida di Champions, a ricordare proprio la ‘triplete’ nerazzurra. Come pure quando a Roma in una delle sfide con i giallorossi di Coppa Italia chiese di rivedere un’azione alla moviola a un assistente. Ma a proposito di calcio e tecnologie in Inghilterra si ricordano ancora di quando andò da un guardalinee con un computer. Mourinhate infinite dunque, proprio come le Cassanate. E forse non è un caso che tra lo Special One e Fantantonio c’é sempre stato un feeling particolare.

Francesco Aspanò

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Di Gaetano

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