• 0 commenti

Harvard contro i tagli: quando la scienza americana perde il suo principale alleato

Negli Stati Uniti, Harvard è da sempre un simbolo di eccellenza accademica. Oggi, tuttavia, l'università più prestigiosa del paese si trova a fronteggiare un avversario inatteso: la stessa amministrazione federale. Dal 2025, una serie di decisioni politiche ha cancellato centinaia di grants di ricerca e messo in discussione il ruolo stesso del governo come partner della comunità scientifica. Il risultato è un vero e proprio terremoto che rischia di ridisegnare il futuro della ricerca statunitense.

Come si è arrivati allo scontro

L'amministrazione Trump ha accusato Harvard di non contrastare adeguatamente l'antisemitismo e di promuovere, attraverso assunzioni e programmi, un'agenda politica troppo «liberale». Le misure punitive comprendono:

  • Annullamento di finanziamenti federali per oltre 2,4 miliardi di dollari ripartiti su più anni.

  • Minacce di revocare i visti a studenti internazionali.

  • Indagini sull'uso dell'endowment (il fondo patrimoniale dell'università) e proposte di nuove tasse su queste risorse.

La portata dei tagli

Prima dei provvedimenti, i finanziamenti federali garantivano a Harvard 686 milioni di dollari l'anno, pari all'11 % delle entrate totali dell'ateneo e a quasi tre quarti dei ricavi per ricerca sponsorizzata. Questa cifra alimentava centinaia di laboratori, borse di dottorato e trial clinici, compresi studi su malattie respiratorie, tumori e salute pubblica.

Le prime vittime dei tagli

  • Una sperimentazione da 2,5 milioni di dollari sull'uso di purificatori d'aria per pazienti con patologie polmonari è stata bloccata a metà strada, dopo anni di raccolta dati.

  • Decine di ricercatori junior hanno perso i fondi che pagavano stipendi e spese di laboratorio, mettendo a rischio interi team di lavoro.

L'endowment: cuscino o miraggio?

Con un endowment di circa 53 miliardi di dollari, Harvard possiede risorse enormi ma vincolate: molti capitali sono investiti a lungo termine o destinati per statuto a scopi precisi (borse di studio, cattedre, biblioteche). Per tamponare l'emergenza, l'università ha:

  1. Chiesto ai donatori di rimodulare le clausole dei lasciti per usarli su progetti in sofferenza.

  2. Emesso obbligazioni per 1,2 miliardi di dollari.

  3. Stanziato 250 milioni di dollari per sostenere le scuole interne in proporzione ai tagli subiti.

Caso studio: la Harvard Medical School

  • Riceverà 90 milioni» di dollari dal fondo d'emergenza e ne aggiungerà altri 120 milioni propri, coprendo il 74 % dei grant cancellati nel prossimo anno finanziario.

  • I dipartimenti dovranno decidere chi e cosa finanziare: progetti costosi, come i trial clinici, rischiano la chiusura.

Caso studio: la School of Public Health

  • Dipende per quasi 200 milioni di dollari l'anno da fondi federali, circa metà del proprio budget.

  • Il 40 % della popolazione studentesca è straniera e teme restrizioni sui visti.

Reazioni e strategie della comunità scientifica

  • Diversificazione dei finanziatori: ricercatori e presidi stanno cercando partnership con industrie, fondazioni private e piattaforme di formazione online.

  • Tagli al personale: tecnici di laboratorio, post‑doc e contrattisti non strutturati sono i primi a rischiare il posto.

  • Fuga di cervelli: molti scienziati valutano offerte da Europa, Canada e Asia, preoccupati dall'incertezza e dal clima politico.

  • Azioni legali: Harvard ha già vinto un ricorso che ha obbligato il governo a ripristinare alcune borse NIH, ma il contenzioso si preannuncia lungo e costoso.

Effetto domino su altre università

Brown, Columbia, Cornell e Northwestern hanno subìto indagini e tagli simili, segnale che la stretta non riguarda solo Harvard. Gli analisti temono che il nuovo modello — meno fondi pubblici, più tasse sugli endowment e minore copertura dei costi indiretti — possa diventare la norma.

Cosa significa per la scienza statunitense

  1. Riduzione della scala dei progetti: meno soldi pubblici implicano meno studi ad alto impatto e a lungo termine.

  2. Maggiore dipendenza da capitali privati: ricerche su salute pubblica o cambiamento climatico, meno «redditizie», potrebbero soffrirne.

  3. Perdita di leadership globale: se i ricercatori migrano altrove, gli USA rischiano di cedere posizioni chiave in campi come l'intelligenza artificiale, la biomedicina e le energie rinnovabili.

  4. Incertezza per studenti e giovani scienziati: le carriere accademiche diventano più precarie, scoraggiando nuovi talenti.

Prospettive future

"Stiamo entrando in un'epoca fondamentalmente diversa e tutte le certezze del passato sono saltate" — osserva un ex consulente del Congresso.

  • Possibile "tregua" negoziata: un accordo con il governo potrebbe sbloccare una parte dei fondi, ma difficilmente ripristinerà il modello pre‑2025.

  • Aumento della filantropia: fondazioni e grandi donatori potrebbero colmare parzialmente il gap, ma non a tempo indeterminato.

  • Riforma interna: Harvard valuta di ridimensionare laboratori, ridurre costi fissi e investire in programmi online o ibridi.

Conclusioni

La crisi di Harvard è il sintomo di uno strappo più ampio fra il mondo della scienza e parte della politica americana. Se non verranno trovate soluzioni strutturali — dallo sblocco dei finanziamenti federali a un nuovo patto di fiducia — l'intero sistema di innovazione che ha fatto degli Stati Uniti un faro globale potrebbe uscire ridotto e frammentato. Resta da vedere se l'ateneo saprà trasformare la sfida in opportunità, o se esta crisi segnerà l'inizio di una stagione di arretramento per la ricerca made in USA.
FONTE

Di Roberto

Lascia il tuo commento