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Giornate della Luce: omaggio al talento dietro la macchina da presa

Le Giornate della Luce, festival dedicato alla fotografia cinematografica italiana, giunge alla sua undicesima edizione a Spilimbergo (Pordenone), consolidando il suo ruolo di appuntamento imprescindibile per appassionati e professionisti del settore. Ideato e diretto da Gloria De Antoni e Donato Guerra, questo evento non si limita a celebrare la bellezza delle immagini, ma esplora l'arte complessa e spesso invisibile che sta dietro alla magia del cinema: un lavoro di squadra fatto di talento, dedizione e visione artistica. L'edizione di quest'anno offre un ricco programma di omaggi, proiezioni e riflessioni sul passato, presente e futuro del cinema italiano, mettendo in luce il contributo inestimabile di figure chiave che lavorano spesso nell'ombra.

Omaggio ad Alberta Giuliani: un talento dietro le quinte

L'undicesima edizione delle Giornate della Luce si apre con la consegna del premio Controluce ad Alberta Giuliani, figura di spicco nel mondo del cinema italiano. Con il suo talento, ha saputo plasmare l'aspetto visivo di personaggi indimenticabili. Truccatrice e acconciatrice di straordinaria abilità, Giuliani vanta una carriera costellata di successi, confermati da tre David di Donatello: il primo per Vincere (2009) e Rapito (2017), entrambi capolavori di Marco Bellocchio che mettono in luce la sua capacità di creare personaggi intensi e credibili, in linea con la forte caratterizzazione dei personaggi del regista; il terzo per Il giovane favoloso (2015) di Mario Martone, a dimostrazione della sua versatilità nel saper gestire anche personaggi storici e d'epoca.
La formazione di Alberta Giuliani, seppur non pubblicamente dettagliata, si può immaginare come un percorso di costante apprendimento, caratterizzato da un'innata predisposizione artistica e da un'approfondita conoscenza delle tecniche di trucco e acconciatura. Le sue collaborazioni con maestri del cinema come Franco Zeffirelli, Mauro Bolognini e Cristina Comencini hanno sicuramente contribuito a forgiare il suo stile unico, definito da una straordinaria attenzione ai dettagli e da una capacità di interpretare con precisione le visioni artistiche dei registi. La sua capacità di comprendere e tradurre in immagini concrete le idee dei registi, contribuendo così a definire l'atmosfera e la personalità di ciascun film, la rende una vera e propria artista del cinema. Il suo lavoro, spesso sottovalutato, rappresenta un elemento fondamentale nella costruzione dell'immagine finale del film, un tassello indispensabile nella narrazione visiva.

Franco Bellomo: sguardo dietro la macchina da presa

L'omaggio alle figure chiave del cinema italiano continua con la celebrazione del lavoro di Franco Bellomo, fotografo di scena la cui lunga e prolifica carriera ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema italiano. La sua collaborazione con alcuni tra i più grandi registi italiani - tra cui Mario Monicelli, Vittorio De Sica, Valerio Zurlini, Federico Fellini, Liliana Cavani, Michelangelo Antonioni, Marco Ferreri e Luigi Comencini - testimonia la sua capacità di adattarsi a diversi stili e generi cinematografici, mantenendo sempre un'elevata qualità. Inoltre, il suo lavoro con Dario Argento sottolinea anche una sua propensione al cinema di genere, una capacità di interpretare e tradurre in immagini le atmosfere cupe e inquietanti tipiche del regista.
Il suo stile, difficilmente definibile in poche parole, è certamente caratterizzato da una sensibilità estetica raffinata e da una profonda conoscenza delle tecniche fotografiche. Attraverso la sua lente, Bellomo ha saputo catturare l'essenza stessa dei film in cui ha lavorato, contribuendo in modo significativo alla costruzione dell'atmosfera e alla narrazione visiva. Ha saputo interpretare la visione dei registi, trasformandola in immagini che hanno segnato l'immaginario collettivo. La sua lunga carriera rappresenta un esempio lampante di come la fotografia di scena, apparentemente un ruolo di secondo piano, sia in realtà un elemento fondamentale nella realizzazione di un film di successo. La sua esperienza rappresenta un prezioso patrimonio da preservare e tramandare alle nuove generazioni di cineasti.

AmicheMai: un viaggio attraverso i Balcani

Le Giornate della Luce non si limitano a celebrare il passato, ma offrono anche uno sguardo sul presente del cinema italiano con la proiezione di "AmicheMai", ultimo film di Maurizio Nichetti, presentato dal regista stesso insieme al direttore della fotografia Vincenzo Carpineta. Questa commedia on the road, con protagoniste Angela Finocchiaro e Serra Ylmaz, segna il ritorno di Nichetti alla regia di una sua sceneggiatura dopo oltre vent'anni, rappresentando una scelta coraggiosa e significativa. La trama, ambientata in Friuli Venezia Giulia e nei Balcani, segue il viaggio di due donne attraverso paesaggi suggestivi e culture diverse, un percorso ricco di scoperte, contrasti e avventure impreviste.
La scelta di ambientare il film nei Balcani è particolarmente interessante, suggerendo una volontà da parte di Nichetti di esplorare nuove tematiche e di ampliare il suo orizzonte creativo. Il viaggio, metafora della vita stessa, diventa il contesto perfetto per sviluppare la narrazione e approfondire le relazioni tra i personaggi. AmicheMai rappresenta un esempio di come la regia e la fotografia lavorino in sinergia per creare un film visivamente accattivante e narrativamente coinvolgente. Il lavoro di Vincenzo Carpineta, direttore della fotografia, sarà certamente fondamentale nell'ottenere questo risultato, valorizzando gli splendidi paesaggi balcanici e contribuendo a definire l'atmosfera generale del film. La pellicola si pone come un esempio di cinema indipendente italiano, fresco e capace di raccontare storie moderne.

Conclusioni: Lo sguardo sul futuro del cinema italiano

Le Giornate della Luce, con la sua undicesima edizione, conferma il suo ruolo fondamentale nel panorama cinematografico italiano. Il festival non solo celebra il passato, ma guarda anche al futuro, promuovendo e valorizzando il lavoro di figure chiave, spesso dimenticate, che contribuiscono alla magia del cinema. L'evento rappresenta un'importante occasione per riflettere sull'importanza della collaborazione artistica e sul ruolo cruciale di ogni singolo professionista, dal regista al direttore della fotografia, dalla truccatrice all'acconciatore. L'omaggio ad Alberta Giuliani e Franco Bellomo, e la presentazione di "AmicheMai", sono un esempio concreto di come il festival si impegni a preservare e promuovere il patrimonio cinematografico italiano, sostenendo la creatività e l'innovazione. Le Giornate della Luce rappresentano un'esperienza stimolante per tutti gli appassionati di cinema, un'occasione per approfondire la conoscenza di un mondo affascinante e complesso, ricco di talento e di storie da raccontare. La speranza è che questa iniziativa continui a crescere e a fornire uno spazio sempre più importante per la celebrazione del cinema italiano in tutte le sue sfaccettature.

Di Ginevra

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