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Dentro la barriera emato-encefalica: guida completa a una sentinella indispensabile del cervello

Il sistema nervoso centrale lavora come un'orchestra ipersensibile: variazioni minime nella composizione dei fluidi possono mandare "fuori tempo" neuroni e sinapsi. Ecco perché l'evoluzione ha plasmato la barriera emato‑encefalica (spesso abbreviata in BBB, dall'inglese blood‑brain barrier), un filtro super‑selettivo che, giorno e notte, regola ciò che può entrare o uscire dal tessuto nervoso.

Anatomia in miniatura: la neurovascular unit

Componente Ruolo chiave

Cellule endoteliali Formano la parete dei capillari cerebrali; sigillate da giunzioni strette che impediscono il passaggio casuale di molecole idrofile
Periciti Stabilizzano i vasi, modulano il flusso sanguigno locale e partecipano alla risposta immunitaria
Astrociti Le terminazioni ("piedi") avvolgono il 99 % della superficie capillare, fornendo supporto metabolico e segnali di maturazione
Membrana basale Matrice extracellulare che ancora e isola tutti i componenti
Microglia e neuroni Sentinelle immunitarie e regolatori dell'attività vascolare

La cooperazione di questi elementi forma la cosiddetta neurovascular unit (NVU), vera interfaccia dinamica tra sistema circolatorio e tessuto nervoso.

Il cuore della barriera: le giunzioni strette

Le cellule endoteliali cerebrali sono unite da complessi proteici che agiscono come cerniere ermetiche:

  • Claudine‑5, claudine‑1/3 e occludina costruiscono la "muratura" paracellulare.

  • Le JAM (junctional adhesion molecules) aiutano l'adesione e il traffico controllato di cellule immunitarie.

  • Le proteine citoplasmatiche ZO‑1/2/3 legano il tutto al citoscheletro di actina, garantendo stabilità meccanica.

Il risultato è una resistenza elettrica fino a 1500 Ω·cm², centinaia di volte superiore a quella dei capillari periferici.

Come superare il "muro": le vie di trasporto

  1. Diffusione passiva - Solo piccole molecole lipofile, <400 Da e con <8 legami idrogeno, attraversano liberamente la membrana.

  2. Trasporto attivo di efflusso - Pompe ABC come P‑gp e BCRP espellono xenobiotici e molti farmaci.

  3. Carrier Mediated Transport (CMT) - Proteine della famiglia SLC importano glucosio, aminoacidi, vitamine e acidi grassi essenziali.

  4. Receptor‑Mediated Transcytosis (RMT) - Molecole come insulina o transferrina "viaggiano" in vescicole dopo aver legato recettori specifici.

  5. Adsorptive‑Mediated Transcytosis (AMT) - Proteine cariche positivamente sfruttano interazioni elettrostatiche per entrare.

Una barriera "viva": l'effetto della forza di taglio

Il flusso ematico esercita una shear stress che regola l'espressione di claudina‑5, cadherina‑5 e altri geni, innalzando la resistenza della barriera e stimolando la produzione di ossido nitrico protettivo. In assenza di questo stimolo fisico, i modelli in vitro mostrano BBB più "debole".

Funzioni fisiologiche essenziali

  • Omeostasi ionica: mantiene K⁺, Ca²⁺ e pH in range strettissimi.

  • Separazione dei neurotrasmettitori: impedisce che glutammato, dopamina o altre molecole periferiche disturbino i circuiti cerebrali.

  • Protezione da tossine: blocca >98 % dei farmaci noti e numerose sostanze potenzialmente neurotossiche.

  • Regolazione immunitaria: limita l'ingresso di cellule infiammatorie, ma consente la sorveglianza microgliale.

Quando la barriera cede: principali patologie

Condizione Meccanismo di danno Conseguenze
Ictus ischemico Rilascio di citochine (TNF‑α, IL‑1β) e radicali liberi Edema cerebrale, ingresso di proteine plasmatiche
Tumori cerebrali Secrezione di VEGF e perdita di claudine‑1/5 Leaky BBB, difficoltà a veicolare farmaci selettivi
Alzheimer Ridotta attività di LRP1 e pompe ABC, accumulo di Neuroinfiammazione, declino cognitivo
Sclerosi multipla Attacco autoimmune; T‑cellule attraversano la BBB grazie a ICAM‑1/VCAM‑1 Demielinizzazione
HIV encefalite Proteina gp120 e monociti infetti alterano le giunzioni Disfunzione neurocognitiva

Come si misura la permeabilità

  • Traccianti sperimentali: sodio fluoresceina, saccarosio‑13C, dextran fluorescenti, Evans Blue.

  • Biomarcatori ematici: S100β, GFAP, NSE possono comparire nel sangue quando la BBB si apre.

  • Imaging con mezzo di contrasto: RM o TC evidenziano fughe di gadolinio o iodio.

La ricerca punta a test meno invasivi e più sensibili, combinando analisi di proteine cerebrali nel plasma e tecniche di spettrometria di massa.

Ostacolo o opportunità? La BBB nella terapia

La stessa barriera che protegge il cervello ostacola la somministrazione di farmaci contro tumori, infezioni e malattie neurodegenerative. Strategie in sviluppo:

  • "Trojan horse" molecolari che sfruttano recettori come quello per l'insulina per trasportare anticorpi o enzimi.

  • Nanoparticelle lipidiche o polimeriche rivestite con ligandi specifici.

  • Apertura transitoria con ultrasuoni focalizzati e microbolle, già in sperimentazione clinica.

Prospettive future

  • Colture tridimensionali di organoidi cerebrovascolari per testare farmaci in modo predittivo.

  • Identificazione di nuovi biomarcatori plasmatici per monitorare la BBB in tempo reale.

  • Terapie di precisione che modulino selettivamente i trasportatori ABC o le vie di transcitosi.

Conclusione

La barriera emato‑encefalica è molto più di un semplice "muro": è un'interfaccia dinamica che dialoga con neuroni, sangue e sistema immunitario. Comprenderne la struttura, le funzioni e le fragilità è cruciale per prevenire e curare le malattie neurologiche del futuro.
FONTE

Di Gaetano

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