• 0 commenti

La corsa cinese alle interfacce cervello-computer: chip neurali per restituire movimento e parola

Negli ultimi due anni la Cina ha destinato ingenti fondi pubblici e privati allo sviluppo di impianti neurali capaci di trasformare l'attività elettrica del cervello in comandi per arti robotici, sedie a rotelle intelligenti o semplici cursori su schermo. L'obiettivo è ambizioso: offrire a persone con paralisi una nuova autonomia e, al tempo stesso, diventare leader mondiale in un settore finora dominato da aziende statunitensi come Neuralink.

Perché la Cina punta sui BCI

  • Il governo di Pechino ha inserito le brain‑computer interfaces tra le aree strategiche di innovazione previste dal 14° Piano Quinquennale.

  • Il Paese dispone di una vasta rete ospedaliera e di milioni di potenziali volontari, fattori che accelerano la sperimentazione clinica.

  • Ecosistema industriale: dall'hardware ai robot assistivi, passando per i chip neuromorfici, la filiera locale può integrare rapidamente le scoperte nei prodotti commerciali.

Tre approcci che stanno facendo notizia

Azienda / Università Tipo di impianto Numero sonde Livello invasività Prestazioni finora ottenute

NEO - Tsinghua Univ. Sonda minimamente invasiva appoggiata sulla dura madre 8 Bassa 20 pazienti: recupero presa manuale con guanto pneumatico, autonomia a casa da 20 mesi
NeuroXess - Shanghai Griglia subdurale da 256 elettrodi Media Media Comunicazione in Mandarino a 50 parole/min e controllo sedia a rotelle
StairMed - Shanghai 64 microsonde intracorticali (1/100 di un capello) Alta Alta Primo utente tetraplegico gioca a scacchi e videogiochi con il solo pensiero

Focus sui singoli progetti

NEO: semplicità che funziona

Il dispositivo si posa sul rivestimento esterno del cervello senza forarlo. Raccoglie segnali da ampie popolazioni neuronali: ideale per movimenti grossolani (aprire/chiudere la mano). La scelta di un hardware poco invasivo consente una lunga autonomia e ricarica wireless.

NeuroXess: parlare e muoversi

Con 256 sensori più profondi, il sistema decodifica pattern corticali complessi. Una paziente con tumore epilettogeno ha scritto messaggi e navigato sui social parlando «con la mente» in tempo reale. È il primo caso di BCI che gestisce la morfologia tonale del Mandarino.

StairMed: la via «deep» a 64 canali

Le microsonde penetrano la corteccia motoria. Il segnale è più ricco e consente controlli fini. Il dispositivo, grande come una moneta e ricaricabile a induzione, trasmette dati in wireless. Obiettivo dichiarato: integrare l'impianto con robot domestici intelligenti.

Innovazioni chiave

  1. Chip neuromorfici integrati: elaborano i segnali a bordo, riducendo latenza e consumo.

  2. Algoritmi di decodifica ottimizzati con reti neurali profonde e set di dati clinici locali.

  3. Miniaturizzazione: dai cavi esterni ai moduli completamente impiantabili.

Vantaggi e sfide rispetto agli Stati Uniti

  • Velocità di sperimentazione: iter autorizzativi più rapidi consentono test su decine di pazienti in pochi mesi.

  • Costo: impianti e follow‑up risultano meno onerosi, favorendo trial più estesi.

  • Peer review: molti risultati sono annunciati in conferenze stampa ma non ancora pubblicati su riviste internazionali, sollevando dubbi sulla riproducibilità.

  • Etica e consenso informato: occorre garantire trasparenza sugli effetti a lungo termine e sul trattamento dei dati neurali.

Implicazioni cliniche e sociali

  • Riabilitazione personalizzata per lesioni spinali, ictus e SLA.

  • Possibile sinergia con protesi robotiche prodotte da start‑up cinesi, creando ecosistemi "chip + hardware assistivo".

  • Mercato interno enorme: si calcola che in Cina vivano oltre 3 milioni di persone con disabilità motorie gravi.

Questioni aperte

  1. Durabilità degli elettrodi: il tessuto cicatriziale può degradare il segnale in pochi anni.

  2. Compatibilità software: servono piattaforme open source per far dialogare dispositivi diversi.

  3. Regolazione internazionale: come certificare la sicurezza di impianti sviluppati fuori dagli standard FDA o EMA?

Prospettive future

Gli scienziati puntano a sistemi ibridi che combinino registrazione intracorticale, stimolazione e intelligenza artificiale on‑chip. In parallelo si studiano interfacce ottiche e materiali biocompatibili che riducano l'infiammazione. Se la traiettoria di crescita resterà questa, la Cina potrebbe diventare, nel prossimo decennio, un hub globale per le soluzioni BCI clinicamente pronte.

Conclusioni

La pioggia di investimenti su chip cerebrali in Cina sta accelerando il passaggio dalle prove di laboratorio alla vita quotidiana di pazienti paralizzati. Tra rischi etici e speranze terapeutiche, il Paese dimostra che innovazione tecnologica, infrastrutture sanitarie e una popolazione ampia possono generare un ecosistema capace di democratizzare l'accesso alle interfacce cervello‑computer. Il prossimo traguardo non sarà solo far muovere un cursore, ma restituire alle persone la possibilità di interagire con il mondo fisico e digitale in modo naturale e sicuro.
FONTE

Di Gaetano

Lascia il tuo commento