• 0 commenti

Cessione MPS e la scalata Mediobanca: La Procura di Milano indaga su presunte irregolarità e opacità

La Procura di Milano ha riacceso i riflettori sul panorama finanziario italiano, avviando un'indagine che promette di svelare presunte irregolarità e opacità. Al centro dell'inchiesta vi è la procedura di cessione MPS di una significativa quota del 15% delle azioni Monte dei Paschi di Siena da parte del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF), avvenuta nel novembre. L'operazione, apparentemente di routine, si inserisce in un contesto più ampio e complesso: quello della cosiddetta "scalata Mediobanca", una delle banche d'affari più influenti del Paese, e delle connesse strategie sul colosso assicurativo Generali. Le gravi accuse formulate dagli inquirenti riguardano la trasparenza, la parità di trattamento sul mercato e il sospetto di influenze indebite in operazioni finanziarie di rilevanza nazionale.

Avvio dell'Indagine e Contesto Generale

L'indagine della Procura di Milano è stata avviata per far luce su presunte anomalie nella dismissione di una quota della partecipazione statale in MPS. Un'operazione già delicata, data la storia recente e la rilevanza sistemica di MPS, acquisisce risonanza per inserirsi in un più ampio quadro di manovre e interessi incrociati volti a ridefinire gli equilibri di potere nella finanza italiana, con particolare riferimento a Mediobanca e Generali. Gli investigatori si concentrano sulla regolarità delle procedure adottate dal MEF e sull'effettiva competitività del processo di vendita.

I Nomi Coinvolti e la Gravità delle Accuse

L'inchiesta ha già condotto all'iscrizione nel registro degli indagati di figure di spicco del panorama economico e finanziario italiano. Tra i nomi più risonanti figurano l'imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, noto per i suoi interessi diversificati e per la sua posizione all'interno del consiglio di amministrazione di Generali; Francesco Milleri, presidente di Luxottica e anch'egli attore chiave nel dibattito sulla governance di Generali; e Luigi Lovaglio, attuale amministratore delegato di MPS, la banca oggetto della cessione. Le accuse a loro carico, tuttora in fase di accertamento e da provare, spaziano dalle presunte violazioni delle norme sulla trasparenza e sulla corretta dismissione di partecipazioni statali, fino a sospetti di abuso di informazioni privilegiate e condotte volte a influenzare l'esito dell'operazione a vantaggio di attori specifici. La gravità di tali contestazioni risiede nella loro potenziale capacità di minare la fiducia nei meccanismi di mercato e nell'integrità dell'azione statale.

L'Operazione MPS-Mediobanca sotto la Lente della Procura

Il fulcro dell'indagine è la procedura adottata dal MEF per la cessione del 15% delle azioni MPS. Tale operazione si lega indissolubilmente alla scalata su Mediobanca, poiché le dinamiche di potere e gli accordi sottostanti potrebbero aver avuto ripercussioni incrociate. I pubblici ministeri Giovanni Polizzi e Luca Gaglio, coordinati dal procuratore aggiunto Roberto Pellicano, stanno esaminando attentamente ogni fase della vendita, dalla scelta dell'intermediario finanziario alla chiusura del book e all'assegnazione delle quote. L'obiettivo è accertare se l'operazione sia avvenuta nel pieno rispetto delle normative vigenti, garantendo la massima trasparenza e la migliore valorizzazione possibile per le casse dello Stato, o se, al contrario, siano state favorite determinate parti a scapito di altri potenziali acquirenti e del mercato nel suo complesso.

Le Presunte Irregolarità nella Cessione della Quota MPS

L'analisi degli inquirenti si concentra su molteplici aspetti della procedura di cessione della quota MPS, che sollevano seri interrogativi. La selezione del bookrunner, le modalità di gestione dell'offerta e la tempistica degli eventi sono tutti elementi sotto esame; la Procura evidenzia una serie di "patenti violazioni" e una marcata mancanza di trasparenza.

Il Ruolo di Banca Akros e la Mancanza di Competitività

Una delle contestazioni più significative riguarda la scelta del MEF di affidare il ruolo di bookrunner unico a Banca Akros per l'Accelerated Book Building (ABB). In operazioni di tale portata e complessità, che coinvolgono la dismissione di partecipazioni statali in istituti finanziari di rilievo, è prassi consolidata avvalersi di un pool di banche d'investimento internazionali, dotate di vasta esperienza, solide capacità di distribuzione e accesso a un'ampia base di investitori istituzionali globali. Al contrario, Banca Akros, pur essendo un intermediario rispettabile, è stata giudicata dagli inquirenti come avente un'esperienza più limitata in operazioni di tale portata, sollevando dubbi sulla sua capacità di garantire la massima competitività e il miglior prezzo per il titolo. Questa decisione avrebbe potenzialmente precluso la partecipazione di altri importanti attori del mercato, come Unicredit, che avrebbero potuto formulare offerte migliorative, limitando la platea degli offerenti e, di conseguenza, la competitività della procedura. Inoltre, è emerso che Akros, priva di sufficienti disponibilità finanziarie proprie per un'operazione di tale entità, avrebbe dovuto ottenere una garanzia di 600 milioni di euro dalla propria controllante, Banco BPM. Si tratta di un fatto insolito per un bookrunner, che dovrebbe agire come puro intermediario, rafforzando così i dubbi sulla sua adeguatezza al ruolo.

Violazioni delle Norme di Trasparenza e Sospetti di Informazioni Privilegiate

I pubblici ministeri contestano una "patente violazione" dell'articolo 2 del DPCM sulla dismissione delle partecipazioni statali, oltre alle "regole di trasparenza raccomandate". Tali norme sono concepite per assicurare che le vendite di asset pubblici avvengano con la massima equità, a condizioni di mercato e in modo da massimizzare il ritorno per lo Stato. La scelta di un unico intermediario meno strutturato e l'assenza di un processo di selezione trasparente avrebbero contravvenuto a tali principi.Ulteriori elementi investigativi suggeriscono una possibile conoscenza anticipata dell'operazione da parte di Banca Akros. Gli inquirenti hanno infatti rilevato che l'intermediario avrebbe simulato la cessione del 15% delle azioni MPS ancor prima di ricevere l'invito ufficiale del MEF a svolgere il ruolo di bookrunner. Tale tempistica solleva seri interrogativi sulla circolazione di informazioni riservate e sull'eventuale utilizzo di privilegi che avrebbero potuto distorcere il regolare svolgimento della procedura e offrire un vantaggio indebito ad alcuni attori.

La Repentina Chiusura del Book e le Offerte "Identiche"

Un altro punto critico evidenziato dall'indagine riguarda la repentina chiusura del book dell'Accelerated Book Building. Le procedure ABB sono caratterizzate dalla rapidità, ma una chiusura eccessivamente affrettata, con un limitato aggiornamento sul mercato e una comunicazione poco estesa, può limitare significativamente la partecipazione di investitori istituzionali, precludendo loro la possibilità di presentare offerte competitive. Sembrerebbe che diversi investitori interessati siano stati esclusi a causa della celerità con cui il processo è stato condotto. Ciò avrebbe potuto ridurre la diversificazione delle offerte e, in ultima analisi, influenzare il prezzo finale di collocamento, potenzialmente a discapito della massima valorizzazione per il MEF. La mancanza di un'ampia partecipazione potrebbe inoltre favorire la formulazione di offerte con condizioni meno vantaggiose o persino "identiche", indice di una ridotta competizione e di possibili coordinamenti non trasparenti.

Le Connessioni con la Strategia su Mediobanca e Generali

L'indagine sulla cessione MPS non è un episodio isolato, ma si inserisce in una più ampia scacchiera di potere che vede al centro la governance di Mediobanca e, per estensione, quella di Generali. I collegamenti tra le presunte irregolarità e queste strategie più ampie rappresentano uno degli aspetti più delicati e significativi dell'inchiesta.

Le Conversazioni Intercettate tra Lovaglio e Caltagirone

Un elemento chiave emerso dalle indagini riguarda le intercettazioni telefoniche. Dalle conversazioni registrate, l'amministratore delegato di MPS, Luigi Lovaglio, sarebbe stato intercettato mentre discuteva della "strategicità" di Generali con Francesco Gaetano Caltagirone. Questo dialogo è particolarmente significativo, poiché Lovaglio, in quanto AD di una banca controllata dal Tesoro, dovrebbe agire nell'interesse pubblico e con la massima indipendenza. Le intercettazioni suggeriscono che Lovaglio fosse a conoscenza o partecipe di manovre riguardanti Generali, un'azienda di cruciale importanza per il sistema finanziario italiano e per Mediobanca, della quale è il principale azionista. La "strategicità" di Generali si riferisce al controllo o all'influenza sulla compagnia assicurativa, aspetto fondamentale per i grandi soci che ambiscono a plasmare la governance e le strategie future di Mediobanca.

L'Obiettivo di Celare Accordi Sulla Strategicità di Generali

Le stesse intercettazioni avrebbero rivelato che le dichiarazioni pubbliche di Lovaglio, apparentemente contrarie o distanti dagli interessi dei soci Caltagirone e Delfin (altro attore chiave nella scalata a Mediobanca), fossero in realtà un "espediente". L'obiettivo sarebbe stato quello di celare accordi o intese preesistenti con tali soci riguardo alla strategicità e al controllo di Generali. Tale condotta, se confermata, indicherebbe una grave mancanza di trasparenza e un potenziale conflitto di interessi, in cui l'AD di una banca pubblica avrebbe adottato una condotta pubblica ingannevole per dissimulare intese private. La segretezza di tali accordi potrebbe essere stata motivata dalla volontà di evitare scrutinio regolatorio, reazioni avverse del mercato o accuse di cartello tra i maggiori azionisti, alterando la percezione pubblica e il processo decisionale degli altri stakeholder. Tali manovre, se comprovate, avrebbero avuto l'effetto di influenzare indirettamente anche la stabilità e la governance di Mediobanca, data la profonda interconnessione tra le due istituzioni finanziarie.

Reazioni Politiche e Richieste di Chiarimenti

La gravità delle accuse e il coinvolgimento di figure di spicco ed enti statali hanno scatenato una vivace reazione nel mondo politico, con richieste di trasparenza e chiarimenti urgenti al governo.

La Posizione del Partito Democratico e le Preoccupazioni di Elly Schlein

Il Partito Democratico, forza di opposizione, ha espresso immediate "gravi preoccupazioni" in merito alla vicenda. La segretaria del PD, Elly Schlein, ha sottolineato il "ruolo opaco del governo e del MEF" in questa complessa operazione. Le critiche si concentrano sulla gestione della dismissione di una partecipazione statale, che dovrebbe avvenire secondo i più elevati standard di trasparenza e integrità. La leader del PD ha evidenziato come le presunte irregolarità e la mancanza di competitività nel processo di vendita possano ledere l'immagine dello Stato e minare la fiducia degli investitori, sollevando dubbi sulla correttezza dell'operato dell'esecutivo in un settore strategico come quello finanziario.

La Richiesta di Resoconto al Ministro Giorgetti

Di fronte a tali contestazioni, il Partito Democratico ha formalmente richiesto al Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, di riferire in Aula al Parlamento per chiarire tutti gli aspetti della questione. Tale richiesta mira a ottenere un resoconto dettagliato e pubblico sulle motivazioni che hanno portato alla scelta di Banca Akros come unico bookrunner, sulle procedure di selezione adottate, sulle garanzie fornite e su tutte le fasi dell'Accelerated Book Building. Il Parlamento, in quanto organo di controllo democratico, chiede al governo di assumersi la responsabilità e di fornire risposte esaustive per dissipare ogni ombra sulla condotta del MEF. La vicenda, quindi, trascende l'ambito puramente giudiziario per entrare a pieno titolo nel dibattito politico, dove si richiedono chiarezza e accountability per l'operato dell'amministrazione pubblica.

Di Roberto

Lascia il tuo commento