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Cellule Staminali e Cancro: origini, sfide e terapie del futuro

Il cancro rimane tra le principali cause di morte a livello globale: nel 2018 ha provocato circa 9,6 milioni di decessi, secondo dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità . Negli ultimi decenni, la ricerca ha spostato l'attenzione dal semplice studio delle cellule tumorali al ruolo cruciale delle cellule staminali e dei meccanismi con cui esse interagiscono con il tumore. Comprendere questa relazione apre la strada a terapie innovative e più efficaci.

Da dove nasce il tumore?

Il cancro viene definito come una "ferita che non guarisce" ed è il risultato di mutazioni genetiche ed epigenetiche che permettono alle cellule di proliferare senza controllo. Le ipotesi sull'origine includono:

  • trasformazione di cancer stem cells (CSCs);

  • ibridazione di DNA batterico con quello dell'ospite;

  • residui embrionali;

  • arresto di maturazione di cellule progenitrici;

  • mutazioni acquisite dalle cellule staminali dei tessuti;

  • trasformazione di cellule progenitrici già differenziate .

Ogni teoria concorda sul fatto che servano più eventi mutazionali (almeno 3-7) perché una cellula diventi pienamente tumorale.

Quando la staminale diventa tumorale

Le cellule staminali possiedono capacità di autorinnovarsi e di differenziarsi. Se subiscono alterazioni nei geni oncosoppressori (es. Apc nell'intestino) o accumulano anomalie cromosomiche, possono evolvere in cellule maligne che fondano la massa tumorale .

Progenitori mutanti

Anche cellule progenitrici possono trasformarsi: studi su mammella, fegato e midollo osseo mostrano che un'unica mutazione inserita in queste popolazioni è sufficiente a innescare una crescita incontrollata.

Le Cancer Stem Cells (CSCs)

Le CSCs rappresentano una piccola frazione del tumore, ma presentano due proprietà chiave:

  1. Autorinnovamento - sono in grado di ricostituire un tumore completo a partire da pochissime cellule;

  2. Plasticità - possono passare da uno stato quiescente a uno proliferativo, eludendo molti farmaci.

Questa elasticità, insieme all'elevata efficienza di riparazione del DNA e a trasportatori capaci di espellere i chemioterapici, le rende responsabili di recidive e resistenze .

Metastasi: il viaggio letale

Circa il 90 % dei decessi correlati al cancro è dovuto alle metastasi. Il processo prevede:

  • distacco di cellule dal tumore primario,

  • sopravvivenza nel circolo sanguigno o linfatico (cellule tumorali circolanti, CTCs),

  • colonizzazione di nuovi tessuti.

Le possibili origini delle cellule metastatiche comprendono CTCs arricchite di tratti da CSCs, la transizione epitelio‑mesenchimale (EMT) e la fusione con cellule della linea mieloide .

Il microambiente tumorale (TME)

Il tumore è avvolto da un ecosistema complesso che include fibroblasti, vasi, cellule immunitarie e cellule mesenchimali stromali (MSCs). Queste ultime possono:

  • migrare verso la lesione, attratte da segnali infiammatori;

  • trasformarsi in fibroblasti associati a tumore (TAF) o miofibroblasti, contribuendo alla crescita del tumore e alla neo‑angiogenesi.

Studi hanno dimostrato che le MSCs possono essere educate dagli esosomi tumorali e assumere fenotipi pro‑metastatici .

Strategie terapeutiche emergenti

Approcci consolidati

Chirurgia, chemioterapia e radioterapia restano pilastri del trattamento, ora affiancati da immunoterapia (es. anticorpi anti‑checkpoint) .

Trapianto di midollo e cellule ematopoietiche (HSCs)

Il trapianto di HSCs ha rivoluzionato la cura delle neoplasie ematologiche e permette dosi più alte di chemioterapia, sebbene non sia risolutivo per tutti i tumori .

Bersagliare le CSCs

  • Inibitori di vie di segnalazione: vismodegib per la via Hedgehog, anti‑Notch e anti‑Wnt mostrano riduzione delle cellule staminali tumorali in vari modelli .

  • Anticorpi farmaco‑coniugati: gemtuzumab ozogamicin colpisce la proteina CD33 presente nelle leucemie mieloidi .

MSCs come taxi terapeutici

Grazie alla loro innata tropismo verso il tumore, le MSCs possono veicolare:

  • geni suicidi che convertono pro‑farmaci in tossine locali;

  • oncolitici virali;

  • farmaci chemio‑sensibilizzanti o immunomodulanti (es. checkpoint inhibitors "cliccati" sulle superfici cellulari) .

Ostacoli da superare

L'eterogeneità delle CSCs, la loro capacità di cambiare stato e la somiglianza con le staminali sane rendono difficile eliminarle senza effetti collaterali .

Prospettive future

La sfida sarà:

  • ristabilire un microambiente favorevole alla normale funzione staminale;

  • combinare terapie che colpiscano simultaneamente CSCs, cellule differenziate e TME;

  • sviluppare biomarcatori per identificare rapidamente le popolazioni staminali più aggressive.

Sebbene molte domande restino aperte, l'integrazione delle conoscenze su cellule staminali e cancro promette trattamenti più mirati, capaci di ridurre recidive e di migliorare la sopravvivenza dei pazienti.

Articolo redatto in linguaggio divulgativo: ogni termine tecnico è stato spiegato, evidenziando in grassetto le parole chiave per facilitare la lettura.
FONTE

Di Leonardo

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