Capire la capacità intrinseca degli anziani: cosa rivelano le traiettorie nel tempo
Con l'avanzare dell'età, ciò che determina davvero la qualità della vita non è solo l'assenza di malattie, ma la somma delle nostre funzioni fisiche e mentali. Questa somma prende il nome di capacità intrinseca (Intrinsic Capacity, IC) e racchiude cinque pilastri: locomozione, cognizione, psicologia, vitalità e senso (vista e udito). Un'ampia revisione sistematica di studi di coorte - oltre 45 000 partecipanti dai 60 anni in su, seguiti fino a vent'anni - ha ricostruito come la IC cambi nel tempo, quali fattori ne guidino l'andamento e quali ricadute abbia su disabilità, fragilità e mortalità.
Metodologia in breve
13 studi longitudinali di alta qualità, distribuiti in Asia, Europa e Americhe.
Durata del follow‑up: da 1 a 21 anni; fino a 14 punti di valutazione.
Strumenti di misura: test motori (SPPB, velocità del passo), scale cognitive (MMSE, SPMSQ), indici nutrizionali o di forza (BMI, stretta di mano), questionari depressivi e screening sensoriali.
Analisi statistiche: grafici di transizione (Sankey) e modelli di traiettoria latente (GBTM, GMM, LCLMM) per individuare sottogruppi con andamenti omogenei.
Tre profili ricorrenti
Traiettoria declinante
Parte da livelli bassi di IC e scende in fretta (steep), moderatamente o leggermente.
Coinvolge dal 5 al 50 % degli anziani, a seconda del campione.
Associata a più cronicità, età avanzata e scarsa istruzione.
Traiettoria stabile
La IC resta pressappoco invariata nel tempo.
Fino al 53 % dei soggetti in alcuni studi.
Tipica di persone con pochi fattori di rischio e buona rete sociale.
Traiettoria elevata o in crescita
Livelli di partenza alti, talvolta in leggero miglioramento.
Interessa dal 16 al 36 % dei partecipanti.
Più frequente fra chi pratica attività fisica regolare, non fuma e dispone di risorse economiche adeguate.
Nel dettaglio dei domini, compaiono profili "ibridi" (ad es. declino locomotorio isolato, perdita sensoriale con deficit cognitivo, decadimento fisico‑cognitivo con depressione), utili a tarare interventi mirati.
Fattori che spingono la traiettoria verso il basso
Età: ogni anno in più aumenta la probabilità di passare a un gruppo peggiore.
Genere: le donne mostrano in media IC più bassa, complici longevità e minor massa muscolare.
Istruzione e alfabetizzazione sanitaria: proteggono contro il declino.
Stato civile: vedovanza e isolamento sociale accelerano la perdita di funzionalità.
Multimorbilità: diabete, malattie cardiovascolari e altre cronicità erodono rapidamente i cinque domini.
Biomarcatori infiammatori: livelli elevati di IL‑6, TNFR‑1 e GDF‑15 quasi raddoppiano il rischio di finire nella traiettoria peggiore.
Esiti avversi collegati alle cattive traiettorie
Esito Rischio nelle traiettorie peggiori
Disabilità ADL/IADL | +7 % per ogni punto IC perso; fino a 4‑5 volte superiore nei profili "declino severo" |
Ingresso in casa di riposo | +6 % per ogni punto IC perso; mediana 7,2 anni vs >10 nei gruppi stabili |
Fragilità | Odds da 2 a 3 volte maggiori, soprattutto con declino locomotorio + cognitivo |
Cadute | +60 % nei profili "declino fisico‑cognitivo con depressione" |
Qualità di vita | Peggiora fino a 5 volte nei gruppi a deterioramento rapido |
Mortalità | Rischio quasi quintuplicato nei casi di declino severo con componente cognitiva |
Perché questi dati contano nella pratica
Screening periodico - Bastano test rapidi (velocità del cammino, forza di presa, mini‑mental, scala depressiva, check di vista/udito) per tracciare la IC e intercettare chi sta scendendo di categoria.
Interventi multifattoriali - Esercizio personalizzato, dieta ricca di proteine, gestione della cronicità e supporto psicologico possono rallentare o invertire il declino.
Priorità clinica - Un punto IC non vale per tutti: perdere locomozione pesa più sulla disabilità; perdere cognizione grava su mortalità. Conoscere il dominio critico orienta le cure.
Politiche di sanità pubblica - Investire in prevenzione dell'infiammazione cronica (stop al fumo, vaccinazioni, controllo peso) e in reti sociali per gli anziani riduce costi di lungo termine.
Limiti della ricerca attuale
Eterogeneità di test e punteggi rende difficile unire i dati in meta‑analisi.
Poche misurazioni oggettive (sensori di movimento, esami audiometrici) rispetto ai questionari.
Scarsa copertura del periodo fine vita, dove i cambiamenti sono più rapidi.
Necessità di studi sperimentali per dimostrare che cambiare traiettoria migliora davvero gli esiti.
Prospettive future
Gli autori propongono di:
Ampliare i punti di osservazione lungo tutto l'arco della terza età.
Integrare biomarcatori e dati digitali (smartwatch, elettromiografi portatili) nel calcolo della IC.
Testare interventi mirati a specifiche traiettorie con disegni randomizzati.
Monitorare la IC negli ultimi anni di vita per prevedere meglio bisogni assistenziali.
Conclusioni
La capacità intrinseca è una bussola preziosa per orientare l'healthy ageing: non fotografa soltanto il presente, ma disegna la rotta futura della salute. Riconoscere precocemente una traiettoria declinante, comprenderne i motori - infiammazione, cronicità, isolamento, povertà - e intervenire con programmi personalizzati può ridurre disabilità, ricoveri e mortalità. In altre parole, investire oggi nella IC degli anziani significa garantire domani una vecchiaia più autonoma, appagante e sostenibile per tutti.
FONTE