25 Novembre: L'Impegno Congiunto delle Istituzioni Contro la Violenza sulle Donne
In occasione della Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne, il 25 novembre, le principali cariche istituzionali italiane ed europee hanno rinnovato con forza il loro impegno nella lotta a questo fenomeno pervasivo, sottolineando l'urgente necessità di un'azione congiunta, multidimensionale e continua. La ricorrenza ha rappresentato un momento cruciale non solo per commemorare le vittime, ma anche per ribadire la ferma determinazione a costruire una società più equa e sicura per tutte.
La Giornata Internazionale e l'Appello Collettivo
Il 25 Novembre, simbolo di lotta
Il 25 novembre non è una data casuale, ma commemora il brutale assassinio delle sorelle Mirabal - Patria, Minerva e María Teresa - avvenuto nel 1960 nella Repubblica Dominicana per ordine del dittatore Rafael Trujillo. Le tre sorelle, note come "Las Mariposas", erano attiviste politiche che lottavano per la libertà e la democrazia. Il loro sacrificio è divenuto un simbolo globale della violenza di genere e della resistenza femminile. L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999, ha ufficialmente designato il 25 novembre come Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne, invitando governi, organizzazioni internazionali e ONG a organizzare attività di sensibilizzazione su questo tema.
L'appello che emerge in questa giornata è un monito: la violenza sulle donne non è un problema privato, ma una violazione sistemica dei diritti umani, con profonde radici culturali, sociali ed economiche. Si stima che a livello globale, una donna su tre subisca violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita, spesso da parte di un partner intimo. Questa giornata mira a promuovere la prevenzione della violenza, la protezione delle vittime e la persecuzione dei colpevoli, sollecitando un cambiamento culturale che sradichi le disuguaglianze di genere e gli stereotipi dannosi. L'impegno richiesto è unanime: dalle istituzioni ai singoli cittadini, tutti sono chiamati a contribuire a un futuro libero dalla violenza.
Le Dichiarazioni del Governo
Le massime autorità italiane hanno approfittato della ricorrenza per fare il punto sugli sforzi compiuti e su quelli ancora necessari per contrastare la violenza di genere, evidenziando diverse prospettive e aree di intervento.
Giorgia Meloni: Contro la libertà di tutti
La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, tramite un messaggio diffuso sui propri canali social, ha definito la violenza sulle donne "un atto contro la libertà. Di tutti", evidenziando come sia un fenomeno intollerabile che non solo colpisce la singola persona, ma mina le fondamenta stesse della società libera e democratica. La sua dichiarazione sottolinea la gravità del problema e la necessità di combatterlo senza sosta, con un approccio che va oltre la mera repressione.
Meloni ha ripercorso le significative riforme legislative introdotte dal governo per rafforzare la tutela delle vittime e potenziare gli strumenti di contrasto. Tra queste, ha menzionato l'inasprimento delle pene attraverso il "codice rosso", una legge che introduce corsie preferenziali per le denunce di violenza domestica e di genere, garantendo tempi più rapidi per l'adozione di misure cautelari e protettive a favore delle vittime. Ha citato inoltre il potenziamento dei fondi destinati ai centri antiviolenza e alle case rifugio, strutture essenziali che offrono accoglienza, supporto psicologico e legale alle donne che fuggono da situazioni di abuso. Il raddoppio di tali risorse testimonia un impegno concreto per assicurare che nessuna donna rimanga sola di fronte alla violenza. È stato ribadito anche il rafforzamento del "reddito di libertà", uno strumento economico pensato per favorire l'autonomia e l'indipendenza economica delle donne vittime di violenza, permettendo loro di ricostruire una vita lontano dall'aggressore. La Presidente del Consiglio ha infine promosso il numero verde 1522, servizio pubblico e gratuito di ascolto e supporto attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette, essenziale per offrire un primo contatto e un orientamento alle vittime. Concludendo, Meloni ha ribadito l'esigenza di fare "ogni giorno, molto di più" per proteggere, prevenire e sostenere, evidenziando una visione olistica che abbraccia la prevenzione culturale, la protezione legislativa e il sostegno concreto.
Alessandra Locatelli: Focus sulla vulnerabilità e le disabilità
Anche il Ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, ha offerto una preziosa riflessione, ponendo l'accento sulle molteplici forme di violenza - fisiche, verbali, psicologiche, economiche o digitali - e sulla particolare vulnerabilità delle donne con disabilità. La violenza di genere, infatti, assume contorni ancora più drammatici quando si interseca con altre forme di discriminazione e vulnerabilità.
Locatelli ha sottolineato le difficoltà aggiuntive che queste donne affrontano nel denunciare gli abusi, spesso a causa di dipendenze vitali dagli stessi aggressori, quali familiari, caregiver o persone di riferimento. La dipendenza fisica, economica o emotiva può creare un circolo vizioso che rende quasi impossibile liberarsi dalla situazione di abuso. Le barriere comunicative, la mancanza di accessibilità ai servizi di supporto e la scarsa consapevolezza della società sulle specificità della loro condizione aggravano ulteriormente il problema. Il Ministro ha evidenziato l'importanza che istituzioni e comunità imparino a riconoscere i segnali di violenza in contesti specifici e ad ascoltare con attenzione le voci spesso inascoltate di queste donne. A tal fine, ha annunciato l'introduzione di una linea strategica specifica nel nuovo Piano di Azione Nazionale sulla disabilità, mirata a formare gli operatori delle reti antiviolenza per renderli più sensibili e competenti nell'accogliere e supportare le donne con disabilità. Questo include la creazione di percorsi personalizzati, l'accessibilità fisica e comunicativa dei servizi e la promozione dell'autonomia per prevenire e contrastare la violenza in tutte le sue manifestazioni.
L'Impegno Internazionale e Simbolico
La lotta contro la violenza sulle donne non conosce confini e l'Italia partecipa attivamente a un impegno globale, sia attraverso iniziative diplomatiche che simboliche, coinvolgendo anche importanti istituzioni sovranazionali.
Antonio Tajani e la Farnesina in arancione
A livello internazionale, il Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, guidato da Antonio Tajani, ha aderito con convinzione alla campagna ONU "UNiTE to End Violence against Women", promossa dall'organizzazione UN Women. In un gesto dal forte valore simbolico, la sede del Ministero, la Farnesina, è stata illuminata di arancione, il colore ufficiale della campagna, scelto per simboleggiare un futuro luminoso e ottimista, libero dalla violenza contro le donne e le ragazze. Questa iniziativa non è solo un atto di solidarietà, ma un chiaro messaggio politico che ribadisce l'impegno dell'Italia sul fronte internazionale.
Il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dichiarato l'obiettivo di "costruire un futuro in cui nessuna donna debba più temere per la propria libertà, dignità e vita". Questo impegno si traduce in azioni concrete della diplomazia italiana, che promuove attivamente i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere in tutti i consessi internazionali, dalle Nazioni Unite all'Unione Europea. L'Italia sostiene programmi di cooperazione allo sviluppo che mirano a rafforzare l'empowerment femminile, contrastare le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni precoci e forzati, e a proteggere le donne in contesti di conflitto e crisi umanitarie, riconoscendo il loro ruolo fondamentale per la pace e la sicurezza globale. L'illuminazione della Farnesina, così come quella di ambasciate e consolati italiani nel mondo, serve a mantenere alta l'attenzione su questa piaga sociale e a promuovere un dialogo costruttivo per trovare soluzioni durature.
La Banca Centrale Europea e la violenza economica
Anche la Banca Centrale Europea (BCE) ha voluto dare il proprio contributo alla Giornata Internazionale, issando bandiere arancioni presso la sua sede a Francoforte. L'istituzione finanziaria ha scelto di porre l'attenzione su una forma di violenza spesso sottovalutata ma estremamente pervasiva: la violenza economica. La BCE ha evidenziato con un dato allarmante che "più di una donna su dieci in Europa ha subito violenza economica".
La violenza economica include una vasta gamma di comportamenti abusivi, come il controllo forzato delle finanze, l'impedimento a lavorare o studiare, il sabotaggio della carriera professionale, l'indebitamento forzato a nome della vittima o la sottrazione di denaro. Questa forma di abuso è devastante perché priva la donna della sua autonomia e indipendenza, intrappolandola in una relazione abusiva da cui è estremamente difficile uscire, anche in presenza di violenza fisica o psicologica. L'indipendenza economica è un prerequisito fondamentale per la libertà personale e la capacità di autodeterminazione.
Il messaggio della BCE, "Non esistono scuse per la violenza contro le donne e le ragazze", è un appello chiaro e universale che ribadisce la tolleranza zero nei confronti di ogni forma di abuso. La presa di posizione di un'istituzione come la BCE è significativa, in quanto evidenzia come il problema della violenza di genere non sia confinato a una sfera sociale o privata, ma abbia profonde implicazioni economiche e sociali, impattando sulla produttività, sulla stabilità delle famiglie e sul benessere complessivo della società. La sua azione contribuisce a rompere il silenzio su una forma di violenza che, pur non lasciando segni fisici evidenti, lascia cicatrici profonde e durature, minando la dignità e il futuro di milioni di donne.

