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Verso Juventus-Torino, Marco Ferrante: “Nel famoso 3-3 non volevano farmi giocare”

Marco Ferrante può tranquillamente essere considerato una delle "glorie" del Torino. Con 125 goal complessivi messi a segno in maglia granata è quinto nella classifica marcatori del club, dietro all'indimenticato Valentino Mazzola. Terminata la carriera calcistica, che dopo le ultime stagioni a Torino lo ha visto girovagare per tutto il paese (da Catania a Verona passando per Ascoli, Pescara e Bologna), è stato impegnato nel corso di Coverciano che lo ha fatto diventare direttore sportivo. L'attaccante, famoso per la sua esultanza con le "corna" ha rilasciato una lunga intervista al portale sportivo "Sportmediaset" che riportiamo integralmente qui di seguito:
C'è un gol, più di altri, che le è rimasto dentro?
"Ripenso soprattutto ai derby entusiasmanti finiti 3-3 e 2-2 (stagione 2001/02, ndr). Quello del 3-3 lo porterò sempre con me, forse perché è una partita rimasta nella storia, di cui si parla ancora oggi".
Primo tempo 3-0 per la Juve, nel secondo 3-0 per voi. Ci spiega cos'è successo?
"Beh, direi che è successo davvero di tutto. Il fatto che non giocassi dall'inizio ha imbarazzato anche i miei compagni, ma la ripresa è stata davvero un toccasana: abbiamo avuto una marcia in più".
Ecco, lei è partito in panchina. Perché?
"Storia parecchio strana. All'epoca il nostro presidente era Cimminelli (scomparso a gennaio 2012, ndr). Voci di corridoio dicevano fosse juventino, quindi costrinse Camolese a lasciarmi fuori, altrimenti lo avrebbe esonerato. Anche il mister può confermare".
Infatti giocò Osmanovski, ma dopo l'intervallo accadde qualcosa…
"Io ero nervosissimo. Durante il primo tempo ero lì in panchina, ho bevuto 7-8 Gatorade e nell'intervallo corsi in bagno perché rischiavo di scoppiare… Nello spogliatoio sentii toccarmi la spalla: era Camolese. Mi disse di entrare. Io risposi: "Mister, ma se entro io per lei è finita". "Tanto se perdiamo il derby 5 o 6-0 è finita lo stesso, almeno mi gioco le mie carte" rispose. E così fu".
Fece un assist, un gol e avviò l'azione del 3-3 di Maspero…
"Sono sceso in campo con una forza impressionante, mi sentivo più forte di tutti gli altri in quel momento. Feci un gol (quello del 2-3, ndr), due assist, davvero qualcosa di straordinario. Camolese poi rimase in panca nonostante i ricatti, perché anche lui fece un figurone ed entrò nella storia".
Poi, ottenuto il pareggio, Maspero scavò una piccola buca sul dischetto e Salas sbagliò il rigore. Solo una coincidenza?
"Credo che se uno fa una buchetta davanti al punto in cui calcio, questa non influisca. Non era mica un solco di un metro… La verità è che Salas ha calciato quel penalty di collo pieno e col corpo all'indietro. In questo modo è logico che il tiro finisce alto, si insegna nelle scuole calcio".
Passiamo invece al 2-2 del febbraio successivo. Lei segna l'1-1, Cauet vi porta in vantaggio ma al 90? Maresca pareggia. Poi fa il gesto delle corna, il suo gesto…
"Sì, ricordo che c'è stato un po' di parapiglia. Ma la cosa più simpatica è che Montero e qualche altro giocatore hanno richiamato Maresca per tirargli le orecchie. Anche Moggi lo rimproverò malamente: non stava né in cielo né in terra che un giocatore al primo gol in Serie A - era stato un grandissimo gol -, esultasse in quel modo. Io il gesto delle corna lo facevo ogni domenica, non era certo uno sfottò indirizzato ai giocatori della Juve o ai suoi tifosi".
(Fonte Sportmediaset.it)
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Di Gaetano

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