Treviso si Ferma — Sciopero del Trasporto Pubblico tra Disagi e Proteste
Oggi, sabato 24 maggio 2025, il trasporto pubblico locale a Treviso ha subito uno sciopero di quattro ore, dalle 17:30 alle 21:30, che ha causato notevoli disagi a pendolari, studenti e cittadini. A incrociare le braccia è stato il personale della MOM (Mobilità di Marca), l'azienda che gestisce il trasporto urbano ed extraurbano nella provincia.
Questa agitazione sindacale, annunciata da giorni, è solo l'ultima manifestazione di un malessere crescente nel settore del trasporto pubblico locale, che si riflette in altre città italiane e che solleva questioni cruciali su diritti dei lavoratori, servizi essenziali e politiche pubbliche.
Chi ha scioperato e perché?
Lo sciopero è stato indetto dai sindacati che rappresentano autisti, addetti al controllo, al movimento e alla manutenzione dei mezzi, per protestare contro una serie di criticità che affliggono il settore:
Condizioni di lavoro sempre più gravose, con turni stressanti e orari spezzati.
Mancanza di personale, che costringe i lavoratori a coprire più tratte con minori pause.
Sicurezza carente, sia sui mezzi che nelle strutture operative.
Ritardi nei rinnovi contrattuali e richieste di adeguamenti salariali fermi da anni.
Secondo i rappresentanti sindacali, la protesta è stata organizzata non solo per ottenere miglioramenti economici, ma anche per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sull'urgenza di riformare il sistema del trasporto pubblico e rilanciare gli investimenti.
Le conseguenze per i cittadini
Lo sciopero ha avuto ripercussioni tangibili sulla mobilità urbana, soprattutto in una fascia oraria delicata come quella serale del sabato, quando molti cittadini si spostano per lavoro, svago o necessità familiari. Le linee urbane e extraurbane hanno subito interruzioni, soppressioni di corse e ritardi significativi.
Numerose segnalazioni sono arrivate agli sportelli di assistenza della MOM e sui social, dove utenti esasperati hanno espresso frustrazione per le difficoltà nel raggiungere il centro cittadino, le stazioni ferroviarie e le località periferiche.
Cosa dice l'azienda MOM?
L'azienda ha confermato l'astensione dal lavoro e ha comunicato l'orario e le modalità dello sciopero sul proprio sito web e tramite affissioni alle fermate. MOM ha sottolineato di aver rispettato il diritto di sciopero dei lavoratori, ma anche di aver attuato le misure minime di garanzia dei servizi, in linea con quanto previsto dalla legge.
Allo stesso tempo, i vertici aziendali hanno espresso disponibilità al dialogo, dichiarando che è in corso una trattativa con i sindacati per affrontare le problematiche sollevate, a partire da nuove assunzioni e miglioramento dei turni di servizio.
Uno sciopero che parla a tutto il Paese
Quella di Treviso non è un'eccezione: negli ultimi mesi, diverse città italiane — da Roma a Milano, da Genova a Bologna — hanno registrato azioni sindacali nel settore dei trasporti, segno di una crisi sistemica. La carenza cronica di personale, i tagli ai finanziamenti pubblici, la mancanza di investimenti tecnologici e la transizione ecologica mal governata stanno mettendo a dura prova la sostenibilità del servizio.
In questo senso, lo sciopero trevigiano è lo specchio di una tensione nazionale che riguarda il diritto alla mobilità, la qualità dei servizi pubblici e le condizioni di chi questi servizi li garantisce ogni giorno, spesso in condizioni difficili.
Cosa può cambiare?
Per uscire dall'impasse, servono:
Interventi strutturali da parte di governo e regioni per rifinanziare e modernizzare il settore.
Assunzioni mirate per ridurre i carichi di lavoro e migliorare i tempi di attesa.
Un rinnovato contratto collettivo che tenga conto delle nuove esigenze del settore.
Un dialogo aperto e costante tra lavoratori, aziende e istituzioni, per evitare ulteriori conflitti.
Il trasporto pubblico è un bene comune, non solo un servizio. E come tale, merita attenzione, visione e coraggio politico.
Conclusione
Lo sciopero del 24 maggio a Treviso è stato una scossa simbolica e concreta. Ha interrotto il ritmo quotidiano di migliaia di persone, ma ha anche riacceso i riflettori su un settore cruciale per la vita delle città. Il trasporto pubblico è il cuore pulsante di una comunità urbana moderna: se si ferma, si ferma la città. E dietro ogni autobus o tram in ritardo, c'è una persona che lavora, un utente che attende, e un sistema che va riformato.

