La Sfida Nascosta: Disturbi Alimentari e Neurobiologia nei Bambini e Adolescenti con Autismo
Il Disturbo dello Spettro Autistico (ASD) è una condizione dello sviluppo neurologico complessa e eterogenea, caratterizzata da persistenti difficoltà nella comunicazione sociale e da comportamenti, interessi o attività ristretti e ripetitivi. Meno noti al grande pubblico sono i frequenti e significativi disturbi dell'alimentazione e dell'equilibrio nutrizionale che affliggono questa popolazione.
Queste difficoltà alimentari non sono semplici "capricci" , ma derivano da meccanismi complessi che coinvolgono l'ipersensibilità sensoriale, la rigidità comportamentale e alterazioni nell'asse intestino-cervello. Comprendere questo intreccio è cruciale perché i problemi alimentari in ASD hanno un impatto considerevole sulla salute fisica, sull'omeostasi metabolica e sul funzionamento psicosociale.
La Selettività Alimentare: Il Punto di Partenza Comportamentale
Si stima che comportamenti alimentari atipici possano interessare oltre il 70% dei bambini con ASD, una percentuale nettamente superiore al meno del 5% riscontrato nella popolazione generale.
1. Ipersensibilità Sensoriale
Uno dei principali motori del rifiuto del cibo è l'ipersensibilità sensoriale, in particolare nel dominio orale (nota come difesa orale). Gli individui con ASD possono manifestare una forte iper-reattività a:
Consistenza e tessitura del cibo.
Temperatura.
Colore.
Questa avversione sensoriale spinge i bambini a limitare l'assunzione di cibo a poche opzioni "sicure".
2. Rigidità Comportamentale e Neofobia
L'ipersensibilità si combina con una rigidità comportamentale e un profondo bisogno di prevedibilità e uniformità - un tratto distintivo dell'ASD. L'introduzione di nuovi alimenti (neofobia) scatena ansia e resistenza , portando a una dieta altamente restrittiva che spesso manca di nutrienti essenziali presenti in frutta e verdura, privilegiando invece cibi ricchi di carboidrati e grassi lavorati.
Questi schemi sensoriali-comportamentali stabiliscono un fenotipo alimentare restrittivo che innesca la successiva disregolazione fisiologica.
L'Asse Intestino-Cervello: Il Ponte Biologico
Le abitudini alimentari selettive e ristrette tipiche dell'ASD inducono significative alterazioni nella composizione del microbioma intestinale, portando a uno stato di disbiosi.
Disbiosi e Infiammazione
La disbiosi è caratterizzata da una riduzione dei batteri fermentativi benefici (ad esempio, Bifidobacterium) e da una crescita eccessiva di specie potenzialmente patogene (ad esempio, specie di Clostridium). Questa alterazione compromette la barriera epiteliale intestinale (il cosiddetto "intestino permeabile" o leaky gut).
Il Circolo Vizioso: La permeabilità intestinale facilita la traslocazione di metaboliti batterici, come i lipopolisaccaridi (LPS), nel flusso sanguigno, innescando una risposta infiammatoria cronica di basso grado.
Impatto sul Cervello: L'infiammazione sistemica prodotta da questa cascata influisce sul sistema nervoso centrale, attraversando la barriera emato-encefalica e modulando i percorsi neuroimmuni e neuroendocrini , esacerbando così i sintomi comportamentali e creando un circolo vizioso che consolida ulteriormente gli schemi alimentari restrittivi.
Terapie basate sul Microbiota
Il modello dell'asse intestino-cervello ha aperto nuove strade terapeutiche. Il trapianto di microbiota fecale (FMT) in bambini con ASD ha mostrato un aumento della diversità batterica e un contemporaneo miglioramento dei sintomi gastrointestinali e comportamentali.
Tuttavia, l'efficacia dei probiotici sui sintomi principali dell'ASD (come le abilità sociali) rimane non dimostrata , sebbene siano efficaci nel ridurre i sintomi gastrointestinali e sembrino migliorare l'indice di massa corporea (BMI). La variabilità nei risultati è spesso dovuta alla complessità dell'ASD e alla mancanza di standardizzazione nelle dosi e nei tipi di probiotici utilizzati.
Lo Spettro dei Disturbi Alimentari Co-Occorrenti
L'interazione tra i meccanismi sensoriali, comportamentali e l'asse intestino-cervello predispone gli individui con ASD a un ampio spettro di Disturbi della Nutrizione e dell'Alimentazione (FED).
1. Il Percorso Restrittivo: ARFID e Anoressia Nervosa
A. ARFID (Disturbo Evitante/Restrittivo dell'Assunzione di Cibo)
L'ARFID è la manifestazione clinica più diretta della rigidità sensoriale e comportamentale. A differenza dei disturbi alimentari classici, l'evitamento del cibo nell'ASD è motivato principalmente dall'avversione sensoriale o dalla paura di conseguenze negative, non da una distorta immagine corporea.
La forma sensoriale di ARFID è significativamente sovrarappresentata nella popolazione ASD.
B. Anoressia Nervosa (AN)
L'elevata comorbilità tra ASD e AN suggerisce meccanismi neurocognitivi condivisi, inclusa l'inflessibilità cognitiva e i deficit di set-shifting.
Motivazione Diversa: Sebbene il comportamento sia restrittivo, le motivazioni nell'ASD spesso derivano dal bisogno di controllo e prevedibilità, piuttosto che dalla paura di ingrassare tipica dell'AN.
Ciclo Auto-perpetuante: Lo stato fisiologico di inedia può intensificare i tratti autistici preesistenti, come le ossessioni e i rituali, complicando la diagnosi e rendendo il percorso clinico più difficile.
C. Ortorexia Nervosa (ON)
L'Ortorexia Nervosa, l'ossessione patologica per il mangiare "pulito" o "puro" , può essere interpretata nell'ASD come una manifestazione della rigidità cognitiva e dell'insistenza sull'uniformità. L'aderenza rigorosa alle regole dietetiche serve come meccanismo per imporre ordine e prevedibilità all'ambiente.
2. Il Percorso Metabolico-Emotivo: BED e Obesità
Un percorso patogeno distinto conduce al sovrappeso e all'obesità attraverso il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (BED) e, meno frequentemente, la Bulimia Nervosa.
Alimentazione Emotiva: La disregolazione biologica (disbiosi, alterazione dei neurotrasmettitori) unita a difficoltà nell'elaborazione emotiva (alessitimia) predispone all'alimentazione emotiva (emotional eating).
Autostimolazione: Gli episodi di abbuffata possono funzionare come una strategia di autostimolazione, un comportamento ripetitivo volto a regolare gli stati emotivi o cognitivi negativi.
Esiti: In assenza di comportamenti compensatori (che sono meno comuni che nella bulimia neurotipica ), questo percorso facilita lo sviluppo del BED e contribuisce agli alti tassi di obesità.
L'Impatto sulla Salute Generale: Bimodale
La distribuzione bimodale dei problemi alimentari nell'ASD comporta rischi somatici distinti.
Rischi da Restrizione (Sottopeso)
Le diete monotone e restrittive causano gravi carenze di micronutrienti, in particolare:
Vitamine: A, D, C, E, e del complesso B (B6, B12, acido folico).
Minerali: Ferro, zinco, calcio e magnesio.
Queste carenze portano a conseguenze sistemiche, come una compromissione della densità ossea (rischio di fratture) e una maggiore suscettibilità alle infezioni. In casi estremi, sono stati riportati condizioni critiche come lo scorbuto o problemi visivi legati alla carenza di Vitamina A.
Rischi da Sovralimentazione (Obesità)
La preferenza per cibi ad alta densità energetica e a basso contenuto di fibre, unita a abitudini sedentarie e agli effetti della farmacoterapia, contribuisce a un'elevata prevalenza di sovrappeso e obesità.
Rischio Metabolico: Questo fenotipo aumenta il rischio a lungo termine di malattie cardiovascolari e diabete.
Disagio Gastrointestinale: La disfunzione gastrointestinale cronica (stitichezza o diarrea) colpisce fino al 70% dei pazienti e può esacerbare l'irritabilità comportamentale e i disturbi del sonno.
Implicazioni Cliniche: Verso un Approccio Integrato
La complessa co-occorrenza dei disturbi alimentari nell'ASD è guidata da un ciclo di feedback patogeno. Le difficoltà alimentari devono essere comprese come il risultato di interazioni neurobiologiche intricate.
L'efficace gestione richiede un cambio di paradigma:
Diagnosi Differenziale: È fondamentale distinguere i disturbi alimentari guidati dalla distorsione dell'immagine corporea dai fenotipi specifici dell'ASD.
Screening: Lo screening di routine per i disturbi di elaborazione sensoriale e la disfunzione gastrointestinale è obbligatorio nei casi di restrizione grave, in quanto ne sono spesso i motori primari.
Trattamento Multidisciplinare: La gestione deve integrare:
Terapia di integrazione sensoriale.
Riabilitazione nutrizionale che rispetti i "cibi sicuri".
Interventi comportamentali mirati alla rigidità cognitiva.
Neurobiologia: Riconoscere la disbiosi intestinale come mediatore apre la porta a interventi microbiologici (come l'FMT), sebbene sia necessaria una validazione a lungo termine.
In definitiva, è essenziale passare da una gestione puramente comportamentale a un modello olistico biopsicosociale per migliorare la salute a lungo termine e la qualità della vita delle persone con ASD.
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