Referendum 25-26 Maggio — Cosa Cambia per Lavoro, Appalti e Cittadinanza
Domenica 25 e lunedì 26 maggio 2025 gli italiani saranno chiamati alle urne per esprimersi su cinque referendum abrogativi. Si tratta di consultazioni cruciali, che toccano temi sensibili e concreti come cittadinanza, diritti sul lavoro, indennità di licenziamento, contratti a termine e responsabilità solidale negli appalti.
Il voto referendario è uno strumento previsto dalla Costituzione italiana per permettere ai cittadini di cancellare, in tutto o in parte, una legge o un atto legislativo, restituendo così voce diretta al popolo su decisioni che incidono sulla vita quotidiana.
Cosa sono i referendum abrogativi?
Un referendum abrogativo consente ai cittadini di decidere se eliminare una norma già esistente, in tutto o in parte. È valido solo se si raggiunge il quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto. Se la maggioranza dei votanti si esprime per il "Sì", la norma viene abrogata. Se prevale il "No" o non si raggiunge il quorum, la legge resta in vigore.
I referendum del 2025 sono promossi da diversi gruppi politici e sindacali e affrontano cinque quesiti chiave.
1. Cittadinanza: via il requisito dei dieci anni?
Il primo quesito propone di abrogare il requisito dei dieci anni di residenza legale per ottenere la cittadinanza italiana per naturalizzazione. Chi sostiene il "Sì" vuole facilitare l'integrazione degli stranieri residenti da tempo in Italia, proponendo una riduzione a cinque anni o forme di accesso più inclusive.
Chi vota "No" ritiene che il requisito attuale tuteli meglio l'identità nazionale e che servano tempi più lunghi per verificare il reale inserimento sociale e culturale.
2. Jobs Act: ritorno all'articolo 18?
Il secondo referendum mira a cancellare le modifiche introdotte dal Jobs Act (2015) al cosiddetto articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, che tutelava i lavoratori dalle ingiuste cessazioni di contratto.
Il "Sì" punta a ripristinare le tutele precedenti, secondo cui il lavoratore licenziato senza giusta causa ha diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro. Il "No", invece, difende il sistema attuale, che prevede indennizzi monetari e ritiene che esso favorisca la flessibilità e l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.
3. Indennità di licenziamento nelle piccole imprese
Il terzo quesito riguarda l'indennità prevista in caso di licenziamento illegittimo nelle imprese con meno di 15 dipendenti. Attualmente, queste aziende hanno regole più leggere rispetto alle grandi imprese.
Chi vota "Sì" propone di eliminare questa disparità, garantendo pari diritti a tutti i lavoratori, indipendentemente dalle dimensioni dell'azienda. I contrari sostengono che ciò potrebbe scoraggiare le assunzioni nelle microimprese e mettere a rischio la sopravvivenza delle piccole realtà economiche.
4. Contratti a termine: fine del rinnovo illimitato?
Il quarto quesito vuole limitare il numero di rinnovi dei contratti a termine, che oggi possono essere prorogati anche per oltre due anni, purché non si superi la durata massima complessiva.
Con il "Sì", si intende abrogare la parte della legge che consente numerosi rinnovi, per incentivare la stabilità lavorativa e scoraggiare il precariato. Il "No" invece difende la norma vigente, ritenendola più adatta alle esigenze flessibili di imprese e settori stagionali.
5. Appalti: responsabilità solidale del committente
L'ultimo quesito riguarda la cosiddetta "responsabilità solidale" negli appalti privati, cioè l'obbligo del committente di rispondere in solido per il pagamento dei contributi dovuti dai subappaltatori.
Chi vota "Sì" chiede di abrogare questa responsabilità, per alleggerire i costi per le aziende committenti. I sostenitori del "No" ritengono invece che tale responsabilità sia essenziale per evitare lo sfruttamento del lavoro e l'evasione contributiva.
Perché è importante votare?
Il voto referendario non è solo una scelta su norme tecniche, ma un'opportunità per esprimere una visione politica, sociale e culturale su temi cruciali:
Il ruolo dello Stato nei rapporti di lavoro,
I diritti dei lavoratori in un'epoca di contratti flessibili,
La giustizia sociale in un sistema economico competitivo,
L'inclusione civile in una società sempre più multietnica.
Inoltre, votare ai referendum è un diritto costituzionale, che permette ai cittadini di partecipare direttamente alla vita democratica del Paese.
Conclusione
I referendum del 25 e 26 maggio 2025 rappresentano una sfida civica e democratica. Non si tratta solo di dire "Sì" o "No" a una norma, ma di decidere quale direzione dare al futuro del Paese, in termini di lavoro, cittadinanza e giustizia sociale.
Ogni voto ha un peso. E in una democrazia, la partecipazione è il primo passo verso il cambiamento.

