Operazione Ragnatela: l'attacco ucraino che ha colpito il cuore dell'aviazione russa
La notte tra il 1° e il 2 giugno 2025 segna un punto di svolta nel conflitto tra Ucraina e Russia. L'attacco con droni sferrato da Kiev ha colpito cinque basi aeree russe, distruggendo oltre 40 aerei militari, tra cui bombardieri strategici e velivoli da ricognizione. L'operazione, soprannominata "Ragnatela", è stata ideata con un elevato livello di coordinazione e sorpresa, portando a una delle perdite più gravi per l'aeronautica russa dall'inizio del conflitto.
La dinamica dell'attacco
L'offensiva è partita in simultanea verso più obiettivi: cinque basi aeree distribuite sul territorio russo, tra cui quelle di Engels, Mozdok, Morozovsk, Kursk e Voronezh. La scelta delle località non è stata casuale: si tratta di nodi chiave per le operazioni aeree russe nel teatro ucraino. Utilizzando centinaia di droni kamikaze, l'Ucraina ha penetrato i sistemi di difesa antiaerea russi, dimostrando una capacità tecnologica e strategica di altissimo livello.
Secondo ricostruzioni trapelate da ambienti militari, i droni hanno seguito rotte tortuose, evitando i radar grazie a software di navigazione autonomi e segnali di disturbo elettronici. Una volta arrivati a destinazione, si sono abbattuti sulle piste di decollo, sugli hangar e sui velivoli parcheggiati, causando esplosioni a catena.
I danni subiti dalla Russia
Il bilancio delle perdite è pesantissimo: almeno 44 aerei distrutti, tra cui diversi TU-95 Bear, i principali bombardieri strategici dell'arsenale russo, capaci di trasportare armi nucleari. Sono stati colpiti anche aerei da ricognizione elettronica, essenziali per il coordinamento delle operazioni in Ucraina, e numerose strutture logistiche.
I satelliti civili e le immagini trapelate mostrano colonne di fumo e rottami sparsi su chilometri quadrati. La portata dei danni ha costretto il Ministero della Difesa russo a dichiarare lo stato di emergenza per l'intera aviazione strategica.
Le reazioni di Mosca e Kiev
La Russia ha definito l'attacco come un "atto terroristico", annunciando una risposta proporzionata, mentre in Ucraina l'operazione è stata accolta come una vittoria strategica e simbolica. Volodymyr Zelensky, presidente ucraino, avrebbe seguito l'intera operazione da una postazione protetta, monitorando in tempo reale lo svolgimento del piano insieme al comando delle forze armate.
Non è stato ancora confermato se nell'operazione siano stati coinvolti anche mezzi forniti dai paesi occidentali, ma si parla con insistenza di tecnologie europee e americane integrate nei droni impiegati.
Implicazioni militari e geopolitiche
L'efficacia tattica dell'attacco ha suscitato un'ondata di analisi tra gli esperti militari internazionali. Da un lato, l'Ucraina dimostra di poter colpire in profondità senza mettere a rischio personale umano; dall'altro, la debolezza della difesa aerea russa viene esposta pubblicamente, alimentando dubbi sulla capacità di Mosca di proteggere i propri asset strategici.
L'attacco potrebbe portare a un'escalation del conflitto o, al contrario, spingere le parti verso un nuovo tavolo di trattative. Le reazioni delle cancellerie occidentali sono state prudenti, pur ribadendo il diritto dell'Ucraina a difendersi da una guerra di aggressione.
Conclusione: un punto di svolta nella guerra
L'Operazione Ragnatela segna un nuovo capitolo nel conflitto, dimostrando come la tecnologia asimmetrica possa ribaltare i rapporti di forza anche in uno scenario dominato da potenze militari tradizionali. Con oltre 40 aerei russi distrutti e un messaggio chiaro lanciato a Mosca, l'Ucraina conferma la propria determinazione e capacità di colpire nel cuore del dispositivo bellico avversario. Resta ora da capire quali saranno le contromisure russe e se questo attacco segnerà l'inizio di una nuova fase della guerra oppure l'anticamera di un cambiamento politico più ampio.

