Natural killer potenziate: la nuova frontiera contro le malattie autoimmuni
Immaginare di "resettare" un sistema immunitario impazzito con una sola infusione di cellule «killer» programmate ad hoc non è più fantascienza. Due piccoli studi clinici hanno dimostrato che le cellule NK (natural killer), opportunamente ingegnerizzate con recettori chimerici (CAR) per riconoscere e distruggere le plasmacellule che producono autoanticorpi, possono spegnere forme gravi di lupus e sclerodermia. La strategia promette di essere più economica e più accessibile delle attuali terapie a base di CAR‑T, oggi riservate a pochi pazienti affetti da tumori del sangue.
Dalle CAR‑T alle CAR‑NK: cosa cambia
Caratteristica CAR‑T CAR‑NK
| Fonte cellulare | Linfociti T del paziente (autologhi) | NK da donatore o cordone ombelicale (allogeniche) |
| Produzione | Personalizzata e costosa (fino a 350.000 €) | "Off‑the‑shelf", centinaia di dosi da un singolo campione |
| Durata nel corpo | Lunga, rischio di effetti tardivi | Più breve, potenzialmente dosabile a cicli |
| Tossicità tipica | Sindrome da rilascio citochinico | Minore incidenza di effetti gravi |
| Target attuale | Tumori ematologici | Tumori + malattie autoimmuni |
Le NK sono cellule innate nate per eliminare bersagli «anomali». Se le si dota di un recettore CAR contro CD19 o BCMA - marcatori sulle plasmacellule produttrici di anticorpi - diventano assassine selettive delle cellule che alimentano l'autoimmunità.
Gli studi pilota
Lupus sistemico (ospedale EULAR, Barcellona)
27 pazienti refrattari alle terapie convenzionali.
Infusione singola di CAR‑NK anti‑CD19 derivate da cordone ombelicale.
Risultati: riduzione marcata degli autoanticorpi e remissione clinica in tutti; follow‑up massimo 24 mesi senza ricadute.
Sclerosi sistemica (Naval Medical University, Shanghai)
Caso singolo trattato con CAR‑NK dual target (CD19+BCMA).
Calo drastico degli autoanticorpi e regressione dell'indurimento cutaneo con ripristino di vasi e tessuti normali.
Questi esiti indicano che un "colpo di spugna" mirato alle plasmacellule può consentire al sistema immunitario di ricostruirsi da zero, libero dall'impronta patologica.
Punti di forza della tecnologia
Produzione in serie: da un'unica donazione si ottengono fino a 300 dosi crioconservate.
Riduzione dei costi: stime di 40‑60.000 € a trattamento, un quinto di una terapia CAR‑T.
Tossicità più lieve: minori tempeste citochiniche, quindi candidabile a pazienti non oncologici.
Possibilità di retreatment: se la malattia dovesse riaccendersi, nuove infusioni sono rapide da somministrare.
Le sfide aperte
Durata dell'effetto: le NK persistono meno dei linfociti T; si studia come allungarne la sopravvivenza.
Target multipli: non tutte le plasmacellule esprimono CD19; servono recettori "combinati" come CD19+BCMA.
Accesso globale: servono infrastrutture per la produzione GMP e protocolli condivisi.
Monitoraggio a lungo termine: occorre capire se la remissione può davvero durare decenni senza effetti collaterali.
Implicazioni cliniche
Lupus, sclerodermia, miositi, vasculiti: tutte patologie con autoanticorpi potrebbero beneficiare di un reset immunitario.
Malattie rare pediatriche: evitare anni di immunosoppressione cronica potrebbe cambiare la qualità di vita dei bambini.
Sistema sanitario: una terapia risolutiva ridurrebbe il costo cumulo di farmaci e ospedalizzazioni.
Prospettive future
Le biotech coinvolte - da Nkarta a Rui Therapeutics - stanno abbandonando l'oncologia per concentrarsi sull'autoimmunità. Prossimi step:
Studi di fase 2 randomizzati con gruppi di controllo.
Sviluppo di CAR‑NK trifunzionali (eliminazione + inibizione citochine + rilascio antinfiammatori).
Collaborazioni pubblico‑private per produrre lotti di larga scala a costi sostenibili.
Conclusioni
Le natural killer "turbo" rappresentano una svolta potenziale: un trattamento breve che cancella la parte malata del sistema immunitario permettendo la rinascita di una risposta sana. Se i dati preliminari saranno confermati, potremmo assistere alla prima generazione di terapie cellulari universali destinate non solo all'oncologia ma a milioni di persone con malattie autoimmuni oggi prive di cure definitive.
FONTE

