Milano saluta Ornella Vanoni: un commosso tributo al Piccolo Teatro con oltre cinquemila persone
Milano ha reso un commosso tributo a Ornella Vanoni, figura iconica e inconfondibile della musica italiana. La sua carriera cinquantennale ha creato un legame indissolubile con la città che l'ha vista nascere e fiorire artisticamente. La scomparsa dell'artista ha lasciato un vuoto significativo nel panorama culturale nazionale, ma l'omaggio della sua Milano è stato un toccante riconoscimento del suo genio e della sua personalità unica. Oltre cinquemila persone si sono radunate al Piccolo Teatro, storico baluardo della cultura milanese e simbolo della sua formazione, per l'ultimo saluto. L'evento ha testimoniato il vasto affetto e la stima profonda che l'hanno accompagnata per tutta l'esistenza, rappresentando un momento di unità e riflessione collettiva, un'occasione per la città di abbracciare, per l'ultima volta, una delle sue figlie più amate e celebrate.
L'ultimo saluto pubblico al Piccolo Teatro
L'omaggio pubblico a Ornella Vanoni si è svolto in un'atmosfera di solenne rispetto e affettuosa commozione, trasformando il foyer e le aree antistanti il Piccolo Teatro Grassi in un crocevia di memorie e gratitudine. La scelta di questo luogo non è stata casuale, ma intrisa di profondo significato simbolico. È stato su questo palcoscenico, infatti, che Ornella Vanoni ha mosso i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo, sotto la guida di Giorgio Strehler, figura fondamentale per la sua formazione artistica e personale. Il teatro ha rappresentato l'epicentro della sua genesi artistica, il punto di partenza di una carriera che l'avrebbe consacrata tra le voci più riconoscibili e influenti d'Italia.
L'affluenza e l'omaggio della città
La camera ardente ha accolto un flusso costante di cittadini, fan di ogni generazione, colleghi del mondo dello spettacolo e della cultura, e rappresentanti delle istituzioni milanesi. Fin dalle prime ore del mattino, una lunga fila si è snodata davanti all'ingresso del teatro, formata da persone desiderose di offrire un ultimo gesto di omaggio. L'eterogeneità della folla ha testimoniato la pervasività dell'arte di Vanoni: dai giovani che avevano scoperto la sua musica più di recente, ai fan storici che l'hanno seguita sin dagli esordi, fino a coloro che la ricordavano per il suo spirito libero e la sua capacità di innovare.
L'interno del teatro era allestito con sobrietà e dignità. Un ritratto dell'artista, con lo sguardo penetrante e il sorriso che l'hanno sempre contraddistinta, accoglieva i visitatori. Fiori, messaggi manoscritti e piccoli oggetti simbolici erano deposti vicino alla bara, silenziosi testimoni di un affetto palpabile. Un silenzio rispettoso, rotto solo da sussurri e dal fruscio dei passi, avvolgeva l'atmosfera quasi sacra dell'ultimo saluto. Molti hanno lasciato un pensiero scritto nel libro delle condoglianze, altri hanno semplicemente sostato per qualche istante, in un momento di personale raccoglimento. La presenza di figure istituzionali, tra cui il Sindaco di Milano e l'Assessore alla Cultura, ha sottolineato il riconoscimento ufficiale della città al contributo inestimabile che Ornella Vanoni ha offerto al patrimonio culturale non solo milanese, ma italiano. La risonanza mediatica dell'evento è stata notevole, con le principali testate giornalistiche ed emittenti televisive che hanno dedicato ampi spazi a raccontare l'addio di Milano alla sua "Signora della Canzone".
Il ricordo dei fan: "Schietta e sincera, era una come noi"
Tra la folla al Piccolo Teatro, le parole più ricorrenti risuonavano come un coro: "schietta, autentica e sincera". Queste qualità, espresse con forza dalle voci che proclamavano "Schietta e sincera, era una come noi", riflettono il profondo legame e l'identificazione del pubblico con la sua personalità e la sua arte. Ornella Vanoni, pur essendo una diva nel senso più nobile del termine, ha sempre mantenuto un'immagine accessibile, priva di quelle distanze che spesso separano l'artista dal suo pubblico. La sua capacità di esprimere emozioni, fragilità e gioie con onestà disarmante, l'ha resa una figura con cui molti potevano identificarsi.
I fan ricordavano il suo spirito tagliente e l'autoironia, la sua abilità nel non prendersi troppo sul serio, anche nelle interviste più serie. Le sue canzoni, ricche di introspezione e spesso malinconiche, hanno offerto una colonna sonora alle vite di molte persone, affrontando temi universali come l'amore, la perdita, la nostalgia e la riscoperta di sé. "Le sue canzoni mi hanno accompagnato in ogni fase della mia vita," ha commentato un'anziana signora, "erano vere, proprio come lei." Un giovane ha aggiunto: "Ammiro la sua capacità di reinventarsi, di non avere paura di invecchiare sul palco, rimanendo sempre attuale." Questo è il segno di un'artista che non solo ha saputo cantare l'Italia che cambiava, ma ha anche rappresentato un modello di indipendenza e resilienza femminile, anticipando spesso i tempi con la sua modernità di pensiero e di espressione. Il suo rapporto con Milano era viscerale: la milanese sofisticata ma anche la donna "della porta accanto", capace di ironizzare sulla sua città pur amandola profondamente.
I funerali e l'epilogo delle celebrazioni
Concluso l'omaggio pubblico al Piccolo Teatro, l'ultimo capitolo dell'addio a Ornella Vanoni si è svolto in un contesto più intimo e raccolto, permettendo a familiari, amici stretti e figure del mondo dello spettacolo e della cultura di congedarsi in un momento di preghiera e riflessione. Questo rito privato ha bilanciato la grande partecipazione popolare, offrendo un'occasione per elaborare il lutto in una dimensione più riservata e spirituale.
La cerimonia a San Marco
I funerali si sono svolti lunedì presso la Basilica di San Marco, nel cuore del quartiere di Brera a Milano. La scelta della Basilica, uno dei luoghi di culto più storici e significativi della città, ha conferito alla cerimonia un'aura di solennità e tradizione, rispecchiando l'importanza dell'artista nel tessuto culturale milanese. La Basilica di San Marco, con la sua architettura imponente e la sua storia secolare, ha offerto una cornice suggestiva e rispettosa per l'ultimo commiato.
All'interno, l'atmosfera era di composta gravità. La navata centrale era gremita di persone vicine all'artista: i suoi familiari più stretti, tra cui figli e nipoti, e molti colleghi che con lei hanno condiviso palchi, studi di registrazione e momenti di vita. Erano presenti volti noti del cinema, della televisione e della musica italiana, giunti per rendere omaggio a una vera maestra e amica. Tra i banchi, si potevano notare figure istituzionali, tra cui rappresentanti del governo e della Regione Lombardia, a testimonianza del riconoscimento del ruolo di Vanoni ben oltre il suo ambito artistico.
La funzione religiosa, celebrata con sobrietà, è stata accompagnata da momenti di profonda riflessione. L'omelia ha toccato il percorso di vita di Ornella Vanoni, evidenziando non solo il suo genio artistico ma anche la sua umanità, la sua ricerca di senso e la sua forza interiore. Non sono mancati cenni alla sua fede e al suo rapporto con la spiritualità, aspetti spesso meno noti al grande pubblico ma centrali nella sua esistenza. Le letture sacre sono state intervallate da canti liturgici scelti per l'occasione, che hanno contribuito a creare un'atmosfera di pace e speranza. Al termine della cerimonia, un lungo e sentito applauso ha accompagnato l'uscita del feretro dalla Basilica, un ultimo tributo sonoro per un'artista che ha vissuto per la musica e per il suo pubblico.
Ornella Vanoni lascia un vuoto incolmabile nel panorama culturale italiano. La sua voce unica, l'interpretazione inconfondibile e la sua personalità magnetica hanno lasciato un'impronta indelebile nella storia della musica d'autore. Dalle sue prime interpretazioni delle "canzoni della mala" alle sofisticate collaborazioni jazz, fino alle sue ultime e vibranti esibizioni, ha dimostrato una versatilità e una longevità artistica senza pari. Il suo ricordo, la sua musica e il suo spirito continueranno a vivere nel cuore di chi l'ha amata e seguita, un'eredità preziosa che trascenderà il tempo e le generazioni, rimanendo un faro di autenticità e talento nel firmamento artistico italiano. Milano, la sua Milano, non la dimenticherà.

