Manovra Finanziaria 2025: il Ministero della Salute si oppone all'emendamento sulla responsabilità professionale dei medici
Il dibattito sulla responsabilità professionale in sanità rappresenta da anni uno dei nodi più sensibili e complessi nel panorama legislativo italiano, cercando un equilibrio tra la legittima tutela del paziente e la necessità di garantire ai professionisti un ambiente lavorativo sereno e focalizzato sulla cura. In questo scenario, il Ministero della Salute ha annunciato la sua ferma opposizione a un emendamento proposto nell'ambito della Manovra Finanziaria 2025, che mira a modificare la disciplina della responsabilità professionale dei medici. Attraverso un comunicato diffuso il 22 novembre 2025, il Ministero ha formalizzato il proprio parere contrario a tale iniziativa legislativa, rivelando una marcata divergenza all'interno dell'iter decisionale. Questa presa di posizione solleva interrogativi sulle future direzioni legislative in materia e sulle sue ampie implicazioni per il sistema sanitario nazionale.
La Posizione del Ministero della Salute
L'intervento del Ministero della Salute non è passato inosservato, ribadendo la centralità del dicastero nella definizione delle politiche sanitarie nazionali e la sua ferma volontà di mantenere una linea chiara su questioni di tale rilevanza.
Opposizione formale all'emendamento
Il comunicato del 22 novembre 2025 ha ufficializzato la posizione del Ministero, formalizzando un "parere contrario" all'emendamento in discussione. Tale espressione, pur non essendo strettamente vincolante per il Parlamento sotto il profilo procedurale, riveste un peso politico e tecnico considerevole. Un parere negativo del Ministero competente invia un segnale forte ai proponenti dell'emendamento e all'intero corpo legislativo, suggerendo che la proposta non sia in linea con la visione strategica o con le valutazioni tecniche dell'organo di governo preposto alla sanità. Poiché l'obiettivo dell'emendamento è la modifica della disciplina della responsabilità professionale dei medici, un tema particolarmente sensibile per la categoria medica e per i pazienti, l'opposizione ministeriale diventa un elemento chiave nel futuro iter legislativo. La tempestività e la chiarezza della dichiarazione evidenziano l'urgenza e l'importanza attribuite alla questione dal Ministero, il quale intende tutelare un impianto normativo che ritiene già efficace.
Contesto: Manovra Finanziaria 2025
L'inserimento di un emendamento sulla responsabilità medica all'interno della Legge di Bilancio (Manovra Finanziaria 2025) è una prassi non insolita nel panorama legislativo italiano. Infatti, la Manovra, seppur strumento primario per la definizione delle politiche economiche e di bilancio dello Stato, è spesso impiegata come veicolo legislativo per l'introduzione di norme che, pur non essendo direttamente finanziarie, sono considerate urgenti o di ampio respiro e richiedono una rapida approvazione. Ciò accade frequentemente per motivi di tempistica, data la corsia preferenziale di cui la Legge di Bilancio beneficia in Parlamento.
L'iter della Manovra Finanziaria è caratterizzato da un intenso dibattito parlamentare, specialmente nelle commissioni competenti, dove gli emendamenti vengono proposti, discussi e votati. È in questa fase che si confrontano le diverse forze politiche e le istanze ministeriali. La dichiarazione del Ministero della Salute si inserisce proprio in questo delicato frangente, anticipando un possibile scontro dialettico e politico. La pressione temporale intrinseca all'approvazione della Manovra e l'esigenza di giungere a un testo definitivo entro la fine dell'anno conferiscono ulteriore rilevanza a ogni posizione assunta, in particolare quella di un dicastero direttamente interessato.
Le Motivazioni Addotte
La posizione ministeriale è stata motivata da argomentazioni specifiche, fondate su una valutazione dell'impianto normativo esistente e su una prospettiva di continuità con le politiche già delineate.
Adeguatezza dell'attuale normativa
Il Ministero della Salute ha basato la sua opposizione sulla convinzione che l'attuale normativa garantisca una tutela adeguata sia per i pazienti sia per i professionisti sanitari. Il riferimento principale in tal senso è la Legge Gelli-Bianco (L. 24/2017), che ha profondamente riformato la materia della responsabilità sanitaria. Tale legge ha introdotto principi fondamentali volti a superare le criticità delle precedenti normative, cercando un equilibrio tra il diritto del paziente al risarcimento e la necessità di non esporre i medici a un rischio legale eccessivo, potenzialmente foriero di "medicina difensiva".
Tra i pilastri della Legge Gelli-Bianco si annoverano:
- La distinzione tra responsabilità della struttura sanitaria e del medico: la struttura risponde a titolo contrattuale, mentre il professionista, sia esso dipendente o libero, risponde a titolo extracontrattuale (fatti salvi specifici casi di responsabilità contrattuale diretta). Questo principio mira a concentrare inizialmente l'azione risarcitoria sul soggetto giuridico più "solvibile", la struttura, riducendo la pressione sul singolo medico.
- L'obbligo assicurativo: la legge ha rafforzato l'obbligo per le strutture sanitarie e per gli esercenti le professioni sanitarie di dotarsi di una copertura assicurativa per la responsabilità civile.
- Il Fondo di garanzia per i danni sanitari: istituito per risarcire le vittime di malpractice in caso di incapienza dell'assicurazione o della struttura.
- Le azioni di regresso/rivalsa: la possibilità per la struttura di rivalersi sul medico solo in caso di dolo o colpa grave, con limiti precisi all'importo della rivalsa.
- La previsione di tentativi di conciliazione obbligatori: per favorire soluzioni extragiudiziali.
Secondo il Ministero, questo quadro normativo è stato attentamente calibrato per offrire una protezione bilanciata, riducendo la pressione sul personale sanitario senza compromettere la tutela dei pazienti.
Riferimento alla norma sulla colpa grave
La posizione del Ministero è ulteriormente rafforzata dal richiamo a una recente norma sulla colpa grave. Ci si riferisce, in particolare, alle disposizioni introdotte durante l'emergenza sanitaria da COVID-19, che hanno modificato i criteri di responsabilità penale per i professionisti sanitari. Il Decreto Legge 23/2020 (noto come "Decreto Cura Italia"), all'articolo 6, e successivamente il Decreto Legge 76/2020 (convertito nella Legge 120/2020, il cosiddetto "Decreto Semplificazioni"), all'articolo 3-bis, hanno previsto che, limitatamente agli eventi verificatisi durante lo stato di emergenza epidemiologica, l'esercente la professione sanitaria che nell'adempimento della propria attività si sia attenuto alle linee guida e buone pratiche clinico-assistenziali, sia punibile penalmente solo per i casi di colpa grave.
Questa norma è stata introdotta con l'intento di mitigare il rischio penale per i medici operanti in condizioni di emergenza e straordinarietà, offrendo loro maggiore serenità nell'affrontare sfide inedite e complesse. Il Ministero della Salute interpreta questa disposizione come un'ulteriore integrazione al sistema di tutela dei professionisti, un tassello che ha contribuito a definire un quadro normativo già robusto e, pertanto, non necessita di ulteriori modifiche che potrebbero alterarne l'equilibrio. L'introduzione di nuove norme sulla responsabilità, in assenza di comprovate carenze nell'attuale assetto, viene pertanto giudicata "non utile né opportuna".
Contrasto con le proposte del Ministro Schillaci
Un elemento di complessità nella presa di posizione del Ministero risiede nell'affermazione che l'emendamento "andrebbe in senso opposto a quanto fin qui proposto dal Ministro Schillaci sulla colpa medica". Questa frase indica che il Ministro Orazio Schillaci, titolare del dicastero, ha una propria visione e precise proposte per la gestione della colpa medica e della responsabilità professionale, e l'emendamento in questione non solo non si allinea a tali direttive, ma le contrasta apertamente.
Le proposte del Ministro Schillaci, sebbene non dettagliate nel comunicato, potrebbero riguardare una riforma più organica e mirata a specifici aspetti della responsabilità professionale, magari volta a una maggiore chiarezza interpretativa, a una riduzione della medicina difensiva attraverso meccanismi non puramente punitivi, o a una migliore tutela dei professionisti senza intaccare la sicurezza del paziente. L'opposizione all'emendamento, dunque, non è solo una difesa dello status quo, ma anche una salvaguardia della propria strategia e agenda politica in materia. Ciò suggerisce l'esistenza di un percorso già tracciato dal Ministero per affrontare la questione della responsabilità medica, un percorso che l'emendamento rischierebbe di deviare o compromettere, introducendo elementi non coerenti o giudicati controproducenti rispetto agli obiettivi ministeriali. Tale divergenza evidenzia un confronto interno all'iter legislativo che va oltre la semplice opposizione a una singola proposta, toccando la programmazione politica del Ministero.
Sviluppi Futuri
La dichiarazione del Ministero della Salute anticipa un possibile confronto all'interno dell'iter legislativo della Manovra, dove l'emendamento dovrà affrontare il parere espresso dal dicastero competente. La discussione sulla responsabilità medica rimane un tema centrale, con implicazioni profonde per professionisti e pazienti.
Le prospettive legislative sono ora incerte. Nonostante il parere contrario del Ministero non sia vincolante, la sua ferma posizione potrebbe influenzare il dibattito parlamentare. L'emendamento potrebbe essere ritirato dai proponenti, modificato per accogliere le obiezioni ministeriali, oppure potrebbe essere comunque messo ai voti, innescando un possibile scontro politico. Le commissioni parlamentari, dove si svolge il lavoro di scrutinio e modifica della Manovra, saranno il teatro principale di questo confronto. Anche le associazioni di categoria dei medici e degli ordini professionali, così come le organizzazioni a tutela dei pazienti, seguiranno attentamente gli sviluppi, portando le proprie istanze nel dibattito.
Le implicazioni per il settore sanitario sono significative. Un'ulteriore modifica alla disciplina della responsabilità potrebbe avere ripercussioni sulla cosiddetta "medicina difensiva", un fenomeno per cui i medici adottano pratiche cliniche non sempre ottimali, ma volte a minimizzare il rischio di contenzioso legale. Ciò può comportare un aumento di esami diagnostici superflui, l'allungamento dei tempi di attesa e un incremento dei costi per il sistema sanitario. La chiarezza e la stabilità normativa sono fondamentali per garantire ai professionisti sanitari la serenità necessaria per esercitare la loro professione senza eccessive paure legali, un fattore cruciale per attrarre e trattenere talenti nel sistema sanitario pubblico. Inoltre, l'assetto della responsabilità incide direttamente sui costi assicurativi per le strutture e i singoli professionisti, con effetti a cascata sulla sostenibilità del sistema sanitario.
In conclusione, la posizione del Ministero della Salute sottolinea la complessità e la delicatezza del tema della responsabilità professionale in sanità. La ricerca di un equilibrio tra la tutela del diritto alla salute dei cittadini e la salvaguardia della professionalità medica rimane una sfida costante per il legislatore. Il confronto che si profila all'interno dell'iter di approvazione della Manovra Finanziaria 2025 sarà cruciale per definire il futuro orientamento normativo in materia, con la necessità di un dibattito sereno e basato su dati oggettivi per giungere a soluzioni sostenibili e giuste per tutti gli attori coinvolti nel delicato sistema sanitario nazionale.

