Kharkiv sotto attacco: droni russi colpiscono la città, nove feriti. Mosca respinge i negoziati trilaterali
La città di Kharkiv, nel nord-est dell'Ucraina, è tornata a essere teatro di violenze e bombardamenti. Nelle ultime ore, un attacco condotto con droni militari russi ha provocato almeno nove feriti tra la popolazione civile, riaccendendo le paure della comunità internazionale e spingendo il governo di Mosca a rilanciare la propria strategia diplomatica.
Kharkiv, la seconda città più grande dell'Ucraina, già duramente colpita nei primi mesi del conflitto, continua a vivere sotto la minaccia costante degli attacchi aerei. Le autorità locali hanno denunciato l'uso massiccio di droni kamikaze, probabilmente di fabbricazione iraniana, utilizzati dalle forze russe per colpire infrastrutture civili e obiettivi strategici urbani.
L'attacco e le sue conseguenze
L'attacco si è verificato nella notte tra il 29 e il 30 maggio. Secondo le prime ricostruzioni, i droni sarebbero stati lanciati da postazioni oltre il confine russo, violando nuovamente lo spazio aereo ucraino. I danni maggiori si sono registrati in quartieri residenziali, dove sono state colpite abitazioni private, ospedali, e almeno una scuola elementare.
I soccorsi sono giunti rapidamente, ma l'impatto dell'esplosione ha reso difficili le operazioni iniziali. Le immagini diffuse mostrano edifici parzialmente crollati, automobili distrutte e cittadini in fuga. I feriti, tra cui anche un bambino di 10 anni, sono stati trasportati nei principali ospedali della città e alcuni versano in condizioni gravi.
La risposta della Russia
In parallelo all'attacco, la Federazione Russa ha dichiarato di aver abbattuto 27 droni ucraini diretti verso obiettivi in Crimea e nella regione russa di Belgorod. Si tratta di una delle più ampie operazioni di difesa aerea dall'inizio del conflitto, secondo quanto riportato da funzionari russi.
A livello diplomatico, Mosca ha proposto nuovi negoziati diretti con Kiev, da tenersi il 2 giugno a Istanbul, ma ha respinto categoricamente l'idea di un vertice trilaterale che includa anche l'ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, attualmente in corsa per la rielezione.
Secondo fonti russe, la presenza di Trump sarebbe "irrilevante per la risoluzione del conflitto", ribadendo la volontà del Cremlino di mantenere il confronto limitato alle sole parti in guerra. Una scelta che ha scatenato reazioni contrastanti sul fronte internazionale, dove si continua a cercare una mediazione credibile.
L'Ucraina tra diplomazia e resistenza
Il governo ucraino, pur ribadendo la disponibilità a negoziati in linea con il rispetto della propria sovranità, ha risposto alle proposte russe con estrema cautela. Il presidente Volodymyr Zelensky ha ribadito che nessun dialogo potrà considerarsi valido senza il ritiro delle truppe russe dai territori occupati, in particolare dalle regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Crimea.
Intanto, sul campo, la resistenza ucraina prosegue con l'impiego sempre più massiccio di droni da ricognizione e da combattimento, forniti in parte dall'Occidente. Le forze armate ucraine hanno dichiarato di aver colpito una base logistica russa nella regione di Bryansk, nel tentativo di limitare le linee di rifornimento nemiche.
Il peso sull'Europa e il futuro del conflitto
L'intensificarsi degli attacchi su Kharkiv e la chiusura russa a soluzioni multilaterali aumentano la preoccupazione dell'Unione Europea e della NATO, già impegnate a sostenere Kiev con aiuti militari e umanitari. I recenti raid rischiano di creare una nuova crisi umanitaria, con ulteriori migliaia di profughi diretti verso i paesi confinanti.
La guerra, che dura ormai da oltre due anni, sta evolvendo verso una fase più tecnologica e frammentata, in cui le armi autonome e l'intelligence satellitare giocano un ruolo decisivo. Ma a pagare il prezzo più alto, ancora una volta, sono i civili: persone comuni che vivono sotto il peso costante delle sirene antiaeree, della paura e della distruzione.

