• 0 commenti

Iran: Un'esecuzione pubblica per duplice stupro rilancia il dibattito sulla pena capitale

Nelle prime ore di martedì 25 novembre 2025, la città di Bastam, nella provincia di Semnan, Iran, è stata teatro di un'esecuzione capitale pubblica. Un uomo, la cui identità non è stata rivelata dalle autorità, è stato impiccato a seguito di una condanna per il duplice stupro di due donne. L'evento, riportato dalle agenzie di stampa iraniane, riaccende il dibattito sulle modalità della giustizia iraniana e sull'applicazione della pena di morte nella Repubblica Islamica.

Esecuzione Capitale in Iran

La Repubblica Islamica dell'Iran si annovera tra i paesi con il più alto numero di esecuzioni capitali a livello globale, una pratica pienamente integrata nel suo quadro giuridico basato sulla Sharia. La pena di morte è comminata per una vasta gamma di reati, tra cui crimini contro la persona, traffico di droga, violazioni della sicurezza nazionale e, come nel caso in esame, gravi crimini sessuali. Le esecuzioni sono prevalentemente condotte tramite impiccagione, sebbene la legge islamica iraniana contempli anche altre modalità, come la lapidazione, pur se meno frequente negli ultimi decenni.
Il ricorso alla pena di morte è sovente giustificato dalle autorità iraniane quale strumento essenziale per il mantenimento dell'ordine pubblico, la deterrenza della criminalità e la garanzia di giustizia per le vittime. In numerosi casi, le esecuzioni pubbliche sono eseguite per veicolare un messaggio deterrente ancora più incisivo e per dimostrare l'inflessibilità dello Stato nell'applicazione delle sue leggi. Tuttavia, tale pratica è oggetto di severe critiche da parte della comunità internazionale e di numerose organizzazioni per i diritti umani, che la considerano una violazione dei diritti fondamentali e un atto crudele, inumano e degradante. Le preoccupazioni internazionali vertono anche sulla trasparenza dei processi, sull'accesso a una difesa adeguata e sulla possibilità che le sentenze di morte siano comminate a seguito di confessioni estorte o processi iniqui.

Dettagli della Sentenza e Modalità di Giustizia

L'esecuzione avvenuta a Bastam è stata confermata da Mohammad Akbari, capo della magistratura provinciale di Semnan, e divulgata dall'agenzia di stampa Mehr. Akbari ha dichiarato che la sentenza di condanna a morte era definitiva, a indicare che l'iter giudiziario, inclusi eventuali ricorsi, era stato pienamente concluso. L'uomo era stato riconosciuto colpevole di aver ingannato e violentato due donne nel 2022. La gravità del crimine era ulteriormente aggravata dal fatto che il condannato aveva minacciato le vittime di ledere la loro reputazione qualora avessero osato denunciare i fatti alle autorità, un aspetto particolarmente sensibile in contesti sociali conservatori dove lo stigma per le vittime di violenza sessuale può essere profondo.
Il sistema giudiziario iraniano si fonda su principi derivati dalla giurisprudenza islamica, in cui alcuni crimini sono classificati come "Hudud" (punizioni fisse e determinate dalla legge islamica, quali l'adulterio o il consumo di alcol), altri come "Qisas" (legge del taglione, che consente alla famiglia della vittima di richiedere una punizione identica al crimine subito, o un risarcimento economico) e altri ancora come "Ta'zirat" (punizioni discrezionali stabilite dal giudice). I reati di stupro possono rientrare in diverse categorie a seconda delle specifiche circostanze, ma sono generalmente considerati crimini gravi che possono comportare la pena di morte. La decisione di eseguire la sentenza in pubblico, sebbene non quotidiana, è periodicamente adottata dalle autorità iraniane per casi specifici che intendono presentare come esemplare. Questa modalità mira a generare un forte impatto sull'opinione pubblica, con l'obiettivo dichiarato di scoraggiare atti analoghi e rassicurare i cittadini sulla capacità dello Stato di garantire la sicurezza. Tuttavia, come già evidenziato, tale pratica solleva profonde obiezioni etiche e morali a livello internazionale.

Il Contesto del Crimine

Il crimine per cui l'uomo è stato giustiziato - il duplice stupro - costituisce un atto di violenza di estrema gravità con profonde ripercussioni sulle vittime e sulla società nel suo complesso. Le dichiarazioni ufficiali hanno evidenziato non solo la violenza fisica, ma anche l'inganno e la minaccia di ledere la reputazione delle vittime. Questi elementi aggravano ulteriormente la condotta del condannato, rivelando una premeditazione e una manipolazione psicologica finalizzate a intimidire e silenziare le vittime.
In un contesto sociale come quello iraniano, dove reputazione e onore familiare rivestono un'importanza significativa, la minaccia di "rovinare la reputazione" assume un peso notevole. Le vittime di violenza sessuale spesso affrontano un doppio fardello: il trauma dell'aggressione e il timore dello stigma sociale, del giudizio o dell'emarginazione. Questa dinamica può rendere estremamente arduo per le vittime denunciare gli abusi, temendo non solo ritorsioni da parte del perpetratore, ma anche negative conseguenze sulla propria vita sociale, familiare e persino matrimoniale. La menzione esplicita di questa minaccia da parte del magistrato indica un riconoscimento, da parte delle autorità, della pressione psicologica e sociale esercitata sulle vittime in tali circostanze. L'esecuzione di una condanna per stupro, specialmente se pubblica, può essere interpretata dalle autorità come un messaggio rassicurante per le potenziali vittime e per la cittadinanza sulla serietà con cui tali reati vengono affrontati.

La Dichiarazione Ufficiale

La dichiarazione rilasciata da Mohammad Akbari ha fornito i dettagli essenziali del caso, confermando l'esecuzione e le motivazioni legali sottese. Il capo della magistratura provinciale ha specificato che la condanna era il risultato di un processo legale conclusivo, svoltosi in conformità con le leggi della Repubblica Islamica dell'Iran. Il riferimento al 2022 come anno in cui i crimini sono stati commessi suggerisce un periodo di circa tre anni tra l'atto criminoso e l'esecuzione della sentenza, un lasso temporale che potrebbe aver incluso le fasi di indagine, il processo di primo grado, eventuali appelli e la successiva ratifica della condanna.
La pubblicazione di tali dettagli tramite un'agenzia di stampa ufficiale come Mehr persegue molteplici scopi. In primo luogo, informa la popolazione sull'operato dello Stato in merito a crimini gravi. In secondo luogo, rafforza il messaggio di deterrenza, dimostrando che i crimini violenti, in particolare quelli a sfondo sessuale, saranno puniti con la massima severità prevista dalla legge iraniana. Infine, una dichiarazione ufficiale funge anche da meccanismo per legittimare l'azione dello Stato sia internamente che, in una certa misura, esternamente, presentando le esecuzioni come il risultato di un processo giudiziario consolidato. La decisione di non fornire ulteriori dettagli sull'identità dell'uomo giustiziato è una prassi comune in Iran, finalizzata a proteggere la privacy delle famiglie coinvolte - sia quella del condannato sia, indirettamente, quella delle vittime - e a mantenere il focus sull'atto criminoso e sulla giustizia piuttosto che sulla persona specifica.
In sintesi, l'esecuzione pubblica a Bastam rappresenta un chiaro esempio dell'approccio della Repubblica Islamica dell'Iran alla giustizia penale, che contempla l'uso della pena di morte per reati considerati gravi, inclusi quelli sessuali. L'evento riaccende il complesso dibattito tra la sovranità legale interna di un paese e il diritto internazionale in materia di diritti umani, lasciando aperte questioni sulla natura della giustizia e sulle sue manifestazioni pubbliche.

Di Leonardo

Lascia il tuo commento