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Impatto Economico del Cambiamento Climatico in Italia: una sfida urgente

Negli ultimi anni, l'Italia ha registrato un aumento esponenziale degli eventi meteorologici estremi: alluvioni, ondate di calore record, siccità prolungate. Un rapporto dell'UPB (Ufficio Parlamentare di Bilancio) evidenzia che, se non si adottano politiche globali decise di riduzione delle emissioni di CO₂, queste dinamiche potrebbero costare al nostro Paese oltre il 5 % del PIL entro il 2050, compromettendo la nostra economia e il benessere collettivo.

1. Quadro attuale

Nel 2024, l'impatto stimato di tali eventi sulle finanze pubbliche ammonta a circa 0,2 % del PIL. Tuttavia, con le politiche attuali, questa cifra è destinata a salire drasticamente fino a oltre 5,1 % entro il 2050. Ciò significa:

  • Un'intensificazione degli eventi meteorologici estremi, fino a sei volte superiore rispetto ad oggi ;

  • Impatti diretti indiretti: danni alle infrastrutture, calo di produzione agricola, emergenze sanitarie, costi sanitari da stress termico, risarcimenti, gestione delle emergenze, e sussidi per la transizione energetica.

2. Scenari alternativi: la neutralità carbonica

Il rapporto sottolinea che, con il raggiungimento della neutralità carbonica globale entro il 2050, il costo per l'Italia si ridurrebbe a circa 0,9 % del PIL. In questo scenario:

  • Gli eventi estremi raddoppierebbero invece che moltiplicarsi per sei ;

  • Gli incentivi per le energie rinnovabili e le misure di adattamento risultano meno onerosi rispetto ai costi evitati.

3. Effetti sull'economia italiana

Le conseguenze si manifestano su più livelli:

  • Agricoltura: siccità e bombe d'acqua riducono raccolti, compromettendo un settore che vale circa 1,9 % del PIL nazionale .

  • Infrastrutture: ponti, strade, reti idriche ed elettriche subiscono danni frequenti e costosi da riparare.

  • Salute pubblica: i picchi di calore causano impatti diretti su malattie cardiovascolari, respiratorie e renal stress, specie tra anziani e vulnerabili .

  • Finanze pubbliche: bilancio gravato da spese straordinarie per emergenze, risarcimenti, investimenti "climate-proof".

4. Bisogno di azione globale e coordinata

L'UPB mette in guardia sul fatto che misure isolate, intraprese solo a livello nazionale, rischiano di essere inefficaci o più costose. Serve un piano strategico internazionale con:

  • Reduzione drastica delle emissioni globali di CO₂;

  • Cooperazione multilaterale per lo sviluppo di tecnologie pulite;

  • Visione europea a lungo termine (es. obiettivo neutralità 2050).

5. La scelta italiana: mitigazione o crisi economica?

L'Italia è a un bivio:

  • Continuare sulla rotta attuale significa esporsi a una perdita del 5 % o più del PIL, equivalente a miliardi di euro ogni anno;

  • Puntare alle energie rinnovabili, all'efficienza energetica e all'adattamento climatico potrebbe limitare l'impatto sotto l'1 %, proteggendo economia, territorio e popolazione.

Conclusione

Il cambiamento climatico non è solo una questione ambientale, ma un'emergenza economica: la differenza tra un PIL gravato del 5 % o inferiore all'1 % entro il 2050 è enorme, con ripercussioni su benessere, stabilità, competitività. L'Italia ha la responsabilità - e l'opportunità - di agire ora, insieme all'Europa e al mondo, scegliendo un futuro sostenibile e resiliente.

Di Roberto

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