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Emicrania: un farmaco innovativo agisce sui sintomi precoci prima del dolore

Quando si parla di emicrania, spesso ci si concentra solo sul dolore intenso che colpisce la testa. Ma la realtà è molto più complessa. Le persone che soffrono di questa condizione neurologica vivono un insieme di sintomi debilitanti che possono manifestarsi ore o giorni prima dell'attacco vero e proprio. Questa fase iniziale, chiamata fase prodromica, è stata a lungo trascurata dalla medicina clinica. Oggi, però, una nuova ricerca suggerisce che sia possibile intervenire precocemente, prima ancora che il mal di testa cominci.
Un farmaco chiamato ubrogepant, già approvato per il trattamento dell'emicrania acuta, si è dimostrato capace di alleviare i sintomi non dolorosi dell'emicrania se assunto all'inizio della fase prodromica. Si tratta di un potenziale cambiamento di paradigma nel trattamento di questa patologia che colpisce oltre un miliardo di persone in tutto il mondo.

Sintomi prima del mal di testa

Molti pazienti riferiscono di sentire che un'emicrania sta per arrivare molto prima del dolore alla testa. I segnali includono affaticamento, fotofobia (fastidio alla luce), dolore al collo, difficoltà di concentrazione e in alcuni casi anche ipersensibilità ai suoni. Questa fase anticipatoria può compromettere significativamente la qualità della vita, ma fino ad ora è stata spesso ignorata dai protocolli terapeutici.
Secondo Peter Goadsby, neuroscienziato presso il King's College di Londra e co-autore dello studio in questione, la mancanza di attenzione verso i sintomi prodromici ha lasciato un vuoto nella cura dell'emicrania che ubrogepant potrebbe colmare.

Il trial clinico

Un recente studio di fase III ha coinvolto 438 persone in grado di riconoscere con precisione i propri sintomi prodromici. Durante i 60 giorni dell'esperimento, i partecipanti hanno assunto ubrogepant o un placebo ogni volta che percepivano l'inizio di un'emicrania, ovvero non appena avvertivano i sintomi anticipatori.
I risultati hanno mostrato che, in alcune persone, il farmaco ha portato a un miglioramento della concentrazione già dopo un'ora, una riduzione della fotofobia dopo due ore e una diminuzione della stanchezza e del dolore al collo entro tre ore dall'assunzione. Tuttavia, gli effetti complessivi, pur essendo presenti, sono stati definiti modesti, con differenze di efficacia rispetto al placebo che non superano i 15 punti percentuali.

Una terapia utile, ma non per tutti

Come ha osservato Gregory Dussor, esperto di emicrania dell'Università del Texas, ubrogepant appartiene a una classe di farmaci che risultano efficaci solo in una parte dei pazienti, forse in circa uno su cinque. Di conseguenza, il beneficio per quella minoranza viene "diluito" nei dati complessivi. Nonostante ciò, lo studio ha comunque risposto a una domanda importante: ubrogepant è utile se assunto all'inizio dell'emicrania, durante la fase prodromica? La risposta è sì, almeno in una parte significativa dei casi.
Il farmaco sembra quindi funzionare meglio se assunto prima che il dolore alla testa si manifesti. Questo significa che le persone che conoscono bene il proprio pattern emicranico — cioè che riescono a riconoscere i segnali premonitori — possono ottenere benefici molto più rilevanti rispetto a chi prende il farmaco solo quando il dolore è già in corso.

Implicazioni per la ricerca e la pratica clinica

Questo studio apre nuove strade non solo per la terapia, ma anche per la comprensione dei meccanismi dell'emicrania. Ubrogepant agisce bloccando i recettori del CGRP (calcitonin gene-related peptide), una molecola coinvolta nella sensibilizzazione dei nervi durante l'attacco. Il fatto che possa avere un effetto anche prima della comparsa del dolore suggerisce che il CGRP è attivo già nella fase prodromica, fornendo così nuovi indizi sulle origini biologiche dell'emicrania.
Tuttavia, Dussor avverte che è ancora troppo tardi per parlare di prevenzione completa: una volta che la fase prodromica è iniziata, potrebbe essere già in corso un processo neurologico difficile da bloccare. Il prossimo obiettivo della ricerca, quindi, dovrebbe essere trovare un modo per intervenire ancora prima, magari con strumenti in grado di rilevare i cambiamenti cerebrali prima della comparsa dei sintomi.

Conclusione

Il trattamento dell'emicrania potrebbe essere a una svolta. Ubrogepant, se assunto precocemente, ha dimostrato un certo grado di efficacia nel ridurre i sintomi anticipatori della crisi emicranica. Anche se non si tratta di una cura universale, per molte persone potrebbe rappresentare una forma di sollievo reale, soprattutto per quelle che sanno riconoscere i segnali premonitori della malattia.
Questa scoperta contribuisce anche ad arricchire la comprensione di una patologia spesso sottovalutata, ma che merita un'attenzione più profonda. L'emicrania è molto più di un mal di testa, ed è arrivato il momento che anche la medicina clinica lo riconosca pienamente.
FONTE

Di Gaetano

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