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Crisi Umanitaria a Gaza: Sospensione degli Aiuti e Controversie sulla GHF

Il 4 giugno 2025, la Gaza Humanitarian Foundation (GHF) ha annunciato la sospensione per 24 ore delle operazioni di distribuzione degli aiuti nella Striscia di Gaza. La decisione è stata motivata dalla necessità di "ristrutturazione, riorganizzazione e miglioramento dell'efficienza" dei centri di distribuzione. Tuttavia, la sospensione arriva in un momento di crescente tensione e critiche internazionali riguardo al modello operativo della GHF.

Incidenti mortali durante la distribuzione degli aiuti

Nei giorni precedenti, si sono verificati gravi incidenti nei pressi dei centri di distribuzione della GHF. Il 3 giugno, almeno 27 palestinesi sono stati uccisi e oltre 90 feriti a Rafah, nel sud di Gaza, mentre cercavano di accedere agli aiuti umanitari. Secondo testimoni oculari e fonti mediche, le forze israeliane avrebbero aperto il fuoco sulla folla. L'esercito israeliano ha dichiarato di aver sparato "colpi di avvertimento" contro individui che rappresentavano una minaccia, ma non ha fornito prove a sostegno di questa affermazione.
Questi eventi si aggiungono ad altri incidenti simili: il 1° giugno, 31 palestinesi sono stati uccisi vicino a un altro centro di distribuzione della GHF. In totale, oltre 100 persone sono morte in otto giorni in circostanze analoghe.

Critiche al modello operativo della GHF

La GHF, sostenuta dagli Stati Uniti e da Israele, è stata oggetto di forti critiche da parte delle Nazioni Unite e di organizzazioni umanitarie internazionali. Il modello di distribuzione degli aiuti, che prevede l'uso di contractor armati statunitensi e la supervisione militare israeliana, è stato definito una "ricetta per il disastro" dal portavoce dell'ONU, Stephane Dujarric. Le critiche si concentrano sulla militarizzazione dell'assistenza umanitaria e sulla mancanza di neutralità e indipendenza dell'operazione.
Inoltre, la GHF ha escluso la partecipazione delle agenzie umanitarie tradizionali, come le Nazioni Unite, sollevando preoccupazioni sulla trasparenza e l'efficacia della distribuzione degli aiuti. Le autorità israeliane hanno dichiarato alcune aree intorno ai centri di distribuzione come "zone di combattimento", vietando l'accesso ai civili e aumentando il rischio per coloro che cercano assistenza.

Cambiamenti nella leadership della GHF

A seguito delle crescenti controversie, il direttore esecutivo della GHF, Jake Wood, ha rassegnato le dimissioni il 25 maggio 2025, citando l'impossibilità di mantenere i principi umanitari fondamentali nel contesto operativo attuale. Al suo posto è stato nominato Johnnie Moore, leader evangelico statunitense e ex consigliere dell'amministrazione Trump. La nomina di Moore ha suscitato ulteriori preoccupazioni riguardo alla politicizzazione dell'assistenza umanitaria e alla mancanza di esperienza nel settore.

Ritiro della Boston Consulting Group

La Boston Consulting Group (BCG), società di consulenza statunitense coinvolta nella progettazione e gestione logistica della GHF, ha annunciato il proprio ritiro dal progetto. La decisione è stata presa a seguito di una revisione interna e di critiche riguardanti la mancanza di approvazione da parte degli stakeholder e preoccupazioni etiche. Il ritiro della BCG solleva interrogativi sulla sostenibilità e l'efficacia dell'operazione della GHF.

Appello per un'indagine indipendente

Le Nazioni Unite hanno richiesto un'indagine indipendente sugli incidenti mortali avvenuti nei pressi dei centri di distribuzione della GHF. Il Segretario Generale dell'ONU, Antonio Guterres, ha dichiarato: "È inaccettabile che i palestinesi rischino la vita per ottenere cibo". L'ONU ha inoltre sollecitato il ripristino di un sistema di distribuzione degli aiuti umanitari basato sui principi di neutralità, indipendenza e umanità.

Situazione umanitaria a Gaza

La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza continua a deteriorarsi. Dall'inizio del conflitto nel 2023, oltre 54.000 palestinesi sono stati uccisi. La popolazione di Gaza, composta da circa 2,3 milioni di persone, affronta una grave crisi alimentare, con segnalazioni di fame diffusa e malnutrizione, in particolare tra i bambini. Le restrizioni all'accesso degli aiuti umanitari e le recenti violenze nei pressi dei centri di distribuzione aggravano ulteriormente la situazione.
La crisi umanitaria a Gaza richiede un'azione immediata e coordinata da parte della comunità internazionale per garantire l'accesso sicuro e imparziale agli aiuti umanitari e per proteggere la vita dei civili.

Di Gaetano

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