La Corte Costituzionale riconosce la doppia maternità nelle coppie omosessuali
Con una decisione definita da molti come storica, la Corte Costituzionale italiana ha stabilito che entrambe le donne di una coppia omosessuale che ricorre alla procreazione medicalmente assistita all'estero possono essere riconosciute come madri del bambino. Questo pronunciamento segna un passaggio cruciale nel riconoscimento dei diritti delle famiglie omogenitoriali e apre nuove prospettive per la tutela giuridica dei minori.
Il nodo della genitorialità e i limiti precedenti
Fino a oggi, la legislazione italiana riconosceva come madre soltanto la donna che partoriva il bambino. La partner, pur condividendo la scelta e il percorso genitoriale, restava giuridicamente invisibile. Questo creava non solo una disparità di trattamento, ma anche situazioni di fragilità legale per il bambino, che si trovava ad avere un solo genitore riconosciuto in caso di malattia, separazione o decesso della madre biologica.
La Corte ha ritenuto che tale situazione ledea il principio di uguaglianza e i diritti fondamentali del minore, i cui legami affettivi e reali devono essere tutelati a prescindere dal sesso dei genitori. Viene dunque affermato con forza che la genitorialità non può essere definita solo dalla biologia, ma anche dal progetto condiviso di vita e di cura del bambino.
Una tutela che resta parziale
Nonostante l'importanza della sentenza, la Corte Costituzionale ha anche ribadito il divieto per le donne single di accedere alla procreazione assistita. Questo significa che la nuova apertura vale solo per le coppie omosessuali stabili che affrontano insieme il percorso genitoriale all'estero, ma lascia fuori una parte significativa di donne che scelgono di diventare madri da sole.
Questa limitazione ha suscitato un dibattito acceso. Alcuni sostengono che si tratti di una mediazione necessaria con il quadro normativo attuale, che ancora esclude ufficialmente la procreazione medicalmente assistita per le coppie dello stesso sesso in Italia. Altri, invece, denunciano l'esistenza di una discriminazione persistente, che andrebbe superata con una riforma complessiva delle leggi sulla genitorialità.
Il significato sociale della sentenza
Dal punto di vista simbolico e culturale, questa pronuncia della Corte rappresenta un passo avanti decisivo verso l'inclusione e il riconoscimento delle diversità familiari. Il diritto si adegua, seppur con lentezza, alla pluralità dei modelli familiari contemporanei e riconosce che l'interesse del bambino non dipende dalla struttura della famiglia, ma dalla qualità delle relazioni affettive e di cura.
Conclusione
La sentenza della Corte Costituzionale inaugura una nuova stagione per i diritti delle famiglie omogenitoriali, offrendo una prima tutela legale concreta ai figli nati all'estero tramite procreazione assistita da due madri. Tuttavia, resta ancora molta strada da fare per raggiungere una parità piena. L'evoluzione del diritto dovrà continuare a interrogarsi sui concetti di filiazione, cura e uguaglianza, per assicurare a tutti i bambini le stesse opportunità e la stessa protezione, indipendentemente dalla composizione del loro nucleo familiare.
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