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Come Lo Stile di Vita Modifica il Rischio Cardiovascolare — Oltre Colesterolo e Pressione

Nonostante i progressi nella prevenzione cardiovascolare tramite farmaci e controllo dei fattori di rischio classici (come colesterolo alto, ipertensione, diabete), molte persone continuano a sviluppare aterosclerosi e malattie cardiovascolari. Questo "rischio residuo" ha portato la ricerca a esplorare nuove strade: in particolare, il ruolo dello stile di vita e delle sue implicazioni biologiche e metaboliche.

Oltre il BMI: la Qualità del Corpo Conta Più del Peso

Tradizionalmente, la massa corporea (BMI) è stata usata per stimare il rischio. Ma oggi si sa che è più importante valutare la composizione corporea, soprattutto la presenza di grasso viscerale (intorno agli organi) rispetto al solo peso corporeo. Quest'ultimo è strettamente legato a insulino-resistenza, infiammazione cronica e placca instabile nelle arterie. Indicatori semplici come il rapporto vita/altezza o la circonferenza addominale associata ai trigliceridi forniscono una misura più affidabile del rischio cardiovascolare rispetto al solo BMI.

Dieta: Non Solo Calorie, Ma Struttura e Tempistiche

La dieta occidentale, ricca di carboidrati raffinati, grassi trans e zuccheri aggiunti, è uno dei principali promotori dell'infiammazione e dell'aterosclerosi ad alto rischio. Le ricerche mostrano che è più utile concentrarsi sulla qualità del cibo che sulle calorie. Ad esempio, la dieta mediterranea, ricca di olio extravergine di oliva, frutta secca, verdura e pesce, ha ridotto del 30% il rischio di eventi cardiovascolari in studi clinici, senza che le persone dovessero necessariamente perdere peso.
Anche le diete a basso contenuto di carboidrati e il digiuno intermittente hanno mostrato benefici nel ridurre grasso viscerale, infiammazione, insulina e migliorare la sensibilità metabolica, grazie anche alla produzione del corpo chetonico ß-idrossibutirrato, un potente antinfiammatorio naturale che regola anche l'espressione genica.

Attività Fisica: Un Farmaco a Tutti Gli Effetti

La sedentarietà e la scarsa forma fisica cardiovascolare sono fattori di rischio indipendenti. L'esercizio fisico, specie resistenza e aerobico, trasforma il corpo in un ambiente anti-aterogeno: migliora la funzione dei vasi, riduce l'infiammazione, stabilizza le placche e aumenta il metabolismo muscolare, creando una rete di comunicazione tra muscolo, grasso e altri organi che migliora la salute in generale. Persino l'allenamento nella terza età riduce la mortalità e migliora la qualità della vita.

Gli Omega-3: I Grassi che Proteggono il Cuore

Gli acidi grassi omega-3 marini, in particolare EPA e DHA, riducono infiammazione, trigliceridi, aritmie e migliorano la stabilità delle placche. L'integrazione ad alto dosaggio (es. 4g/die) ha ridotto eventi cardiovascolari maggiori in pazienti ad alto rischio anche in terapia con statine. Tuttavia, l'efficacia dipende dal livello basale di omega-3 nel sangue, spesso trascurato negli studi clinici.

Fattori Ambientali e Comportamentali: I Nemici Invisibili

La salute cardiovascolare non dipende solo da ciò che mangiamo o facciamo, ma anche da cosa respiriamo, quanto dormiamo e come gestiamo lo stress. Esporsi a inquinamento atmosferico, rumore notturno, fumo passivo, privazione del sonno e stress cronico porta a un'attivazione costante del sistema nervoso simpatico e del sistema immunitario, generando un ambiente favorevole all'infiammazione sistemica e quindi all'aterosclerosi.

Microbiota Intestinale: L'Anello Mancante

Il microbiota intestinale è emerso come un regolatore chiave della salute cardiovascolare. La disbiosi intestinale, ovvero uno squilibrio tra batteri buoni e cattivi, può alterare la permeabilità dell'intestino, permettendo a metaboliti tossici e batteri di entrare in circolo e attivare l'infiammazione. La dieta, l'attività fisica e il digiuno intermittente possono ripristinare la diversità batterica, rafforzare la barriera intestinale e ridurre l'infiammazione sistemica.

Conclusione: Verso un Nuovo Modello di Prevenzione

La prevenzione cardiovascolare deve andare oltre i numeri del colesterolo o della pressione. Lo stile di vita agisce a livello cellulare, epigenetico, immunitario e ormonale, creando un terreno biologico favorevole o sfavorevole alla salute vascolare. Abitudini sane - dieta integrale, attività fisica, sonno di qualità, ambiente pulito e gestione dello stress - hanno un potere trasformativo che va ben oltre ciò che si può misurare con una semplice analisi del sangue.
La vera rivoluzione nella medicina preventiva potrebbe non venire da una nuova pillola, ma da una nuova consapevolezza: la salute delle nostre arterie dipende dalle scelte che facciamo ogni giorno.
FONTE

Di Gaetano

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