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Come lo stile di vita influenza l'alopecia areata

L'alopecia areata è una condizione infiammatoria autoimmune della pelle che causa la perdita di capelli a chiazze. Sebbene lo stress psicologico sia considerato un fattore scatenante significativo, è ormai chiaro che è solo uno degli elementi coinvolti. La malattia si sviluppa anche nei neonati e nei bambini, suggerendo che altre abitudini quotidiane e fattori ambientali giocano un ruolo cruciale nel meccanismo patologico.
Il follicolo pilifero, struttura deputata alla produzione dei capelli, gode di un certo privilegio immunologico. Questo significa che è normalmente protetto da attacchi del sistema immunitario. Tuttavia, quando questa protezione si rompe, può scatenarsi una risposta autoimmune in cui cellule T CD8+ e NK attaccano il follicolo, favorendo l'insorgenza dell'alopecia.
Le cellule Th1, Th2 e Th17 sono coinvolte nel processo infiammatorio che caratterizza l'alopecia areata. Le ricerche hanno evidenziato che alcuni fattori legati allo stile di vita possono stimolare questi percorsi infiammatori, aggravando o favorendo l'insorgenza della malattia.
Un fattore particolarmente dannoso è il fumo di sigaretta. I fumatori mostrano un rischio quasi doppio di sviluppare alopecia. Le sostanze tossiche contenute nel fumo attivano i percorsi Th1, Th2 e Th17, aumentando la produzione di citochine pro-infiammatorie e compromettendo il microambiente del follicolo pilifero. Anche il fumo passivo espone a questi rischi, rendendo fondamentale evitare l'esposizione, specie durante l'infanzia.
Il ruolo dell'alcol è più controverso. Alcuni studi indicano un rischio inferiore nei consumatori moderati, forse per un effetto ansiolitico e modulatore dello stress, ma dosi elevate possono peggiorare l'infiammazione cutanea stimolando la produzione di interleuchine come IL-6 e interferone gamma.
La privazione del sonno è un altro elemento rilevante. I disturbi del sonno aumentano il rischio di alopecia in modo significativo, specialmente nei giovani adulti. La disfunzione del ritmo circadiano compromette i geni CLOCK e BMAL1, regolatori fondamentali per il ciclo del follicolo pilifero e l'equilibrio immunitario cutaneo.
Anche l'obesità rappresenta un fattore di rischio. Essa induce uno stato infiammatorio cronico e altera l'equilibrio delle citochine, stimolando la risposta Th17 e compromettendo la funzione di barriera della pelle. Inoltre, le adipochine come leptina e adiponectina sembrano influenzare la gravità della malattia.
I grassi alimentari hanno un ruolo immunomodulatore importante. Gli omega-3, presenti soprattutto nel pesce azzurro, esercitano un effetto antinfiammatorio e protettivo, mentre gli omega-6 in eccesso possono aggravare l'infiammazione. Un elevato consumo di omega-6 favorisce la sintesi di mediatori pro-infiammatori come leucotrieni e prostaglandine, che danneggiano il ciclo del capello.
Il glutine, infine, è stato associato all'alopecia in soggetti con o senza celiachia. In molti casi, l'eliminazione del glutine ha migliorato il quadro clinico. Il glutine stimola l'espressione di proteine come la TSLP, che amplificano la risposta Th2, e promuove la produzione di interferone gamma e IL-17, aggravando il quadro infiammatorio.
In sintesi, lo stile di vita moderno può influenzare profondamente il rischio e la gravità dell'alopecia areata. Fattori come fumo, alcol, sonno, dieta e obesità non solo impattano direttamente il sistema immunitario, ma modulano anche la risposta infiammatoria nel follicolo pilifero. Una maggiore consapevolezza di questi elementi potrebbe aiutare a prevenire o gestire meglio la malattia.
FONTE

Di Gaetano

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