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Alimentazione e stile di vita nella prevenzione del cancro: cosa possiamo fare davvero

Il cancro rappresenta oggi una delle principali cause di morte a livello globale e si prevede che entro il 2035 diventerà la prima causa di mortalità nell'Unione Europea. Il dato più allarmante è che si assisterà a un aumento del 25% dei casi, un trend che solleva interrogativi urgenti sulla prevenzione. Eppure, accanto a questa previsione scoraggiante, esiste anche un'opportunità concreta: una parte significativa dei tumori può essere prevenuta attraverso un cambiamento consapevole del proprio stile di vita, a partire dall'alimentazione.
Nonostante alcuni fattori come l'età, il sesso e la predisposizione genetica non siano modificabili, sono molte le variabili che possono essere influenzate dalle scelte quotidiane. La qualità della dieta, la frequenza con cui ci si muove, il tempo trascorso in posizione sedentaria, l'assunzione di alcol, il fumo e persino la gestione del peso corporeo incidono in modo sostanziale sul rischio oncologico. Tutti questi elementi concorrono a creare un terreno più o meno fertile per lo sviluppo delle neoplasie.
L'aumento dell'obesità negli ultimi trent'anni, triplicato a livello mondiale, è un indicatore eloquente della direzione sbagliata che molte società hanno intrapreso. Un'eccessiva massa grassa crea un ambiente biologico alterato, caratterizzato da uno stato infiammatorio cronico e da un'elevata insulinemia. Questi due elementi, a loro volta, riducono i meccanismi naturali di morte cellulare programmata e promuovono la proliferazione incontrollata delle cellule, facilitando così la comparsa di mutazioni genetiche che possono dar luogo a tumori. È quindi importante non solo mantenere un indice di massa corporea entro un intervallo sano, ma anche tenere sotto controllo la circonferenza della vita, che è un indicatore clinico della distribuzione del grasso addominale e del rischio metabolico.
Muoversi quotidianamente è un gesto semplice ma potentissimo. L'attività fisica, anche se non strutturata in senso sportivo, come può esserlo il camminare a passo sostenuto, l'andare in bicicletta, il ballare o anche solo il dedicarsi ai lavori domestici con energia, contribuisce in modo significativo alla prevenzione oncologica. Il movimento regolare migliora la sensibilità all'insulina, riduce i livelli circolanti di ormoni proliferativi come gli estrogeni e il testosterone, potenzia i meccanismi di riparazione del DNA, promuove l'apoptosi delle cellule danneggiate e rafforza la stabilità genomica. Limitare il tempo trascorso seduti è altrettanto fondamentale, dal momento che la sedentarietà incide negativamente sul metabolismo, anche in soggetti normopeso.
Sul piano nutrizionale, una dieta ricca di vegetali e fibre risulta essere tra le più efficaci nella riduzione del rischio tumorale, in particolare per quanto riguarda il colon-retto. L'introduzione quotidiana di alimenti integrali, ortaggi a basso contenuto amidaceo, frutta fresca e legumi apporta una quantità significativa di fibra alimentare, che migliora il transito intestinale, regola l'assorbimento del glucosio e contribuisce alla salute del microbiota, influenzando così positivamente il sistema immunitario e la risposta infiammatoria.
In parallelo, è essenziale ridurre il consumo di carne rossa e, soprattutto, di carni lavorate. L'assunzione regolare di insaccati, affumicati, salumi e carne trattata con additivi come nitriti e nitrati è associata a un incremento del rischio di neoplasie, in particolare dell'apparato digerente. Anche le modalità di cottura giocano un ruolo importante: l'esposizione diretta alla fiamma o la cottura ad alta temperatura favoriscono la formazione di sostanze cancerogene, che aggravano ulteriormente il potenziale rischio legato a questi alimenti.
Un altro aspetto cruciale nella prevenzione riguarda il consumo di alcol, che rappresenta un cancerogeno certo, anche in dosi modeste. Le evidenze scientifiche mostrano che l'assunzione regolare di bevande alcoliche aumenta significativamente la probabilità di sviluppare diversi tipi di tumore, tra cui quelli del cavo orale, dell'esofago, del fegato, del colon-retto e della mammella. Questo effetto è attribuito all'acetaldeide, un metabolita dell'etanolo che danneggia il DNA e interferisce con i processi di riparazione cellulare, contribuendo alla trasformazione neoplastica.
Adottare uno stile di vita sano è dunque una scelta non solo salutare ma anche strategica ed economicamente vantaggiosa per la società. Promuovere una cultura della prevenzione attraverso l'educazione alimentare, l'attività fisica e la consapevolezza dei rischi associati all'alcol e agli alimenti ultraprocessati permette di ridurre non solo l'incidenza dei tumori, ma anche quella di altre patologie croniche come il diabete, l'obesità e le malattie cardiovascolari. Inoltre, un'alimentazione più vegetale e meno industriale contribuisce anche alla sostenibilità ambientale, creando un circolo virtuoso tra salute individuale e collettiva.
In conclusione, è chiaro che la lotta contro il cancro non si combatte solo nei laboratori o nelle corsie degli ospedali, ma inizia ogni giorno nelle scelte che compiamo a tavola, nel tempo che dedichiamo al movimento e nella cura che rivolgiamo al nostro corpo. Non è mai troppo tardi per cambiare rotta, e ogni piccolo passo nella direzione di uno stile di vita più sano può avere un impatto concreto sulla prevenzione. La conoscenza è il primo strumento di libertà e la prevenzione è, in fin dei conti, la forma più potente di medicina che abbiamo.
FONTE

Di Gaetano

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